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martedì 10 febbraio 2015

A cena con il brillantante

Visto che siamo sempre un po’ legati ai sapori dell’infanzia, a certi piatti della nonna, al pane burro e zucchero o a quello con il vino, insomma, visto che ancora intendiamo il mediano in mezzo al campo e storciamo il naso davanti a un centrocampo senza interdizione, allora oggi provoco. Qual è il calcio che preferiamo davvero? Quello che prevede tutti gli undici uomini dietro la linea della palla per preparare ficcanti ripartenze, oppure quello che cerca gli spazi attraverso il possesso palla? E già che ci siamo vi chiedo anche qual è l’impatto ambientale del vostro modo di cucinare, e quanto consumate per farlo? Più o meno di un Lele Oriali o di un Rino Gattuso? E’ peggio se usate un pressing asfissiante a tutto campo, oppure se usate la piastra elettrica e il forno acceso? Senza contare l’acqua che viene sprecata  per lavare i piatti. Ci sono delle tecniche studiate per abbassare al massimo l’impatto ambientale del proprio modo di cucinare, tecniche che equivalgono a quelle studiate per massimizzare i vantaggi sui calci da fermo. Bisogna evitare i pregiudizi perché la tecnica è quanto mai innovativa, e si tratta della cucina in lavastoviglie. I vantaggi sono numerosi: è un metodo facile, si ha molto più tempo libero, il cibo non crea odori, si cuoce a bassa temperatura (e quindi il sapore dei cibi viene preservato) e soprattutto si risparmia. C’è chi dice che sia il modo di cucinare preferito dai Della Valle. Si possono cucinare verdure, pesce, frutta, carne ecc. Si preparano i cibi, si condiscono e si inseriscono o in un vasetto a tenuta, oppure in un sacchetto sottovuoto. Poi si collocano in lavastoviglie insieme ai piatti sporchi e si attende la fine del ciclo di lavaggio. La comodità di questo tipo di cottura è che i cibi si mantengono teneri anche se non consumati immediatamente, quindi possono essere conservati in frigo per qualche giorno. Nessun rischio contaminazione anche con un cicli di lavaggio che impiegano detersivi particolarmente aggressivi. Si sostiene che la cucina a basse temperature conservi tutte le proprietà organolettiche degli alimenti, anche se gli antidellavalliani contestano la tecnica a bassa temperatura: “Niente da dire riguardo al sapore, ma dal punto di vista dei valori nutritivi non cambia assolutamente nulla, mentre cucinare con quel metodo ha le sue controindicazioni: soprattutto se si tratta di cibi di natura animale come carni e pesci, c’è il rischio di un’intossicazione alimentare, e soprattutto non si vince neanche una coppa Italia. Andrea Della Valle aveva iniziato ad utilizzare questa tecnica subito dopo aver riscattato la seconda metà di Cuadrado sostenendo che cuocere sfruttando il vapore del lavaggio significa azzerare l’energia consumata, la produzione di CO2 che deriva dalla cottura e quindi la nostra impronta ecologica. Facendo un paragone, per bollire un cibo si consumano circa 3,5 megajoule, con un impatto ambientale di 420 grammi di anidride carbonica equivalente e un’impronta ecologica (la porzione di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate dall'attività umana) pari a 5 metri quadrati. Questi valori poi aumentano nettamente se si parla di frittura o, peggio, di grigliatura. Andrea ha quindi esposto i suoi calcoli del risparmio durante l’ultimo CDA della Fiorentina: “Se consideriamo una famiglia che prepara almeno un pasto al giorno in casa utilizzando una di queste tecniche e le sostituiamo con la cottura in lavastoviglie, usandola mentre si lavano i piatti, si può risparmiare dal 9-14% (se impiegata una sola volta alla settimana) fino al 52–57% se la si usa quattro volte a settimana”. Subito dopo la cessione di Cuadrado al Chelsea, Andrea Della Valle ha rinnegato tutto davanti a un Cognigni esterrefatto, e poi si è gettato su un piatto di spaghetti alla amatriciana fregandosene se per cucinarli fosse stata utilizzata la pancetta invece del guanciale. E pensate che bello invitare a cena la Gaia, invece di cucinare nel wok farlo nella Smeg. Ieri mentre leggeva la pillola in radio faceva ancora le bolle, poi mi ha mostrato il suo sorriso più brillantante.