.

.

martedì 23 settembre 2014

Nanni Moretti (una donna a tutta birra)

In mancanza di podcast: “Una vittoria sudata fradicia. Incerta fino alla fine. Incerta e sudata come sotto un’incerata. Del resto bisogna sempre soffrire per avere le cose più belle. La mamma di Tevez infatti ha avuto un parto indolore. Mentre per un Gomez più panzanella che panzer non ha funzionato nemmeno la terapia di coppa. Il tedesco è sembrato insicuro, indeciso sotto porta come quando deve scegliere tra il sugo di lepre e quello di cinghiale. Intanto sfoga tutta la sua frustrazione togliendo i bordi dal pancarrè. Fiorentina in crisi sulla sinistra con Pasqual e Alonso in difficoltà a recuperare sugli avversari, così come il sindaco terzino Nardella che cerca a fatica di recuperare le chiavi della città consegnate a Prandelli.” Oggi è autunno, spero quindi che oltre alla foglie non vi cadano anche le palle e così possiate perdonare se torno ancora sull’esordio farmacologico della Riblogghita a Radio Toscana. Pillole di una storia scritta dopo un lungo cammino, pillole prescritte per chi ha viaggiato più di mille giorni dentro a mille post. Mille come i giorni dl programma del governo Renzi. Anche se lui usa 1000 giorni e non tre anni un po’ a malandrino, per fare sembrare più breve quel percorso necessario alle riforme. Come un bottegaio che espone la merce a 0,99 invece di un euro. E quindi dopo l’autunno è arrivato anche il tempo dei ringraziamenti. A voi prima di tutto che avete alimentato questo spazio come meglio non avrei potuto sperare, con alti e bassi come in tutte le famiglie, insieme a chi oggi non c’è perché non sempre si può andare d’accordo, ma che sarei stato contento che invece ci fosse ancora. A voi che avete permesso tutto questo, a voi che mi avete aiutato ad esprimere certi miei epicentri. E queste mie emozioni si legano anche lei. Un ringraziamento va a Gaia Nanni con tutto il cuore, Gaia che per me vale come un gol a tempo scaduto. La Nanni che vivo come una vittoria scudetto e che è più affidabile di Gomez. Per me lei è il massimo che diventa realtà, dopo anni nei quali il nostro rapporto di stima è cresciuto molto. Un tempo la guardavo solo da lontano, su un palco, da una poltroncina solitamente rossa la vedevo su un altro mondo, e poi l’aspettavo per salutarla. Oggi facciamo una cosa insieme. Una piccola grande cosa. Insieme. E già me ne propone un’altra. Semplicemente grazie.  A tutti voi e a Gaia che è addirittura più bella dentro che fuori. Come la casa del prosciutto.

PS: domani vado in Calabria per qualche giorno, non so se potrò vedere la partita e aggiornare il blog. Lascio le chiavi a Foco dentro al vaso della Tamerice.