Ho trattato con un ristoratore vestito da personaggio di
Fellini per vedere la partita riuscendo a strappare “Diretta gol” a scapito di Juve –
Cesena, un modo tutto fiorentino di
attirarsi le maledizioni dei presenti che
già stavano seguendo la partita da 10 minuti. L’ingresso del ristorante Happy Moments di
Galdo è una sorta di omaggio a una Dallas in piena spending review. Luci fucsia a
perdifiato, un semicerchio in triplice filar di led fitti come i capelli di
Berlusconi, per una Calabria post
atomica. Su “diretta gol” i collegamenti con Firenze fanno un monte
immagini di 4 minuti scarsi + i messaggi di Foco ad integrare le informazioni, per un totale di un cena di merda a 40 € in
due. Vino della casa, uno chardonnay veneto con il nome del ristorante sull’etichetta.
Non ho visto una sega, so di due pali asfittici, dell’ingresso di Ilicic e
Berna, della solita sterilità abbinata all’insolita capacità di non subire gol.
Parlatene voi perché per me il meglio della giornata doveva ancora venire. Con
una 500L inguidabile imbocchiamo nuovamente la Salerno – Reggio Calabria in
direzione sud per uscire a Campo Tenese
dove la segretaria ci aveva prenotato le camere all’Hotel Regina nel Parco Nazionale del Pollino. Un quattro
stelle dove siamo arrivati intorno alle 23:00. Albergo molto frequentato in questo
periodo anche perché nel tratto interessato dai lavori di rifacimento di strada e
gallerie per un futuro migliore. Appena siamo entrati ho letto sul volto del ragazzo con la cresta, il
panico, ma ho pensato a certe rughe di espressione enfatizzate da quel taglio
di capelli inadatto per uno che sta alla reception di un quattro stelle, che non
sia Nainggolan. “Abbiamo una prenotazione per due camere a nome…” La risposta è
stato uno sguardo perso oltre Mormanno, accompagnato da un silenzio che sembrava non
avere via d’uscita. Poi si è scosso, ha preso tutto il coraggio che aveva
dentro e con gli occhi bassi tipici del cocker “non ho nessuna prenotazione”.
Tiro fuori la mail della segretaria con la conferma della prenotazione e l’allegato
dell’autorizzazione al prelievo sulla carta di credito aziendale. E’ diventato
più piccolo, in totale ha guardato la mail 12 volte non riuscendo a capire
perché gliel’avessi mostrata visto che lui già ci aveva detto che non c’era
nessuna prenotazione. “Guarda sulle mail in arrivo, l’indirizzo della
segretaria è questo, inviata martedì alle 14:30”. Le ricerche sono state lunghe e
infruttuose. “Dov’è che devo mettere il nome della segretaria?” Intanto fa una
telefonata a casaccio senza risolvere niente. “Non abbiamo due camere ma una
sola”. Il suo sguardo è quello di chi ha
visto la morte in faccia. “Una singola?” gli faccio. Il mio invece è lo sguardo di quello che c’ha la
faccia a culo e che da un problema vede un’opportunità di divertimento inaspettata. “Nooon una singola, ma con
tanti letti, non so se vi va bene perché c’è la finestra a soffitto”. Quel noon
pronunciato con enfasi era stato liberatorio, perché con quella che era una singola
ma che non lo era nella realtà perché così piena di letti, ci aveva trovato la
soluzione, poi però quella finestra sul soffitto lo aveva riportato nel marasma
di chi si trova in una situazione ingestibile per chi fa quello di lavoro in
una reception di un hotel a 4 stelle. “Voi non avete pagato”. Una frase buttata lì a secco, preso dal
panico forse per pararsi il culo nel caso che la mattina dopo avessimo preteso
addirittura di non pagare. “Mi dai la password per la connessione internet che
devo lavorare?”. Mi guarda impietrito e
si tocca entrambe le tasche come a cercare qualcosa, forse proprio quello che gli avevo chiesto. “hotelreginatuttominuscolotuttoattaccatomavalentoperquestostiamofacendoilavori”.
Tutto d’un fiato perché io quando gli ho detto che dovevo lavorare, gliel’ho
detto a merda già prevedendo quello che poteva succedere, come a dire sono cose
importanti che se non funziona allora mi hai rotto il cazzo ti denuncio ti
faccio chiudere e ti taglio quella cresta di merda. La camera effettivamente
aveva un letto matrimoniale uno singolo e due letti a castello. Mancava solo un amaca. La finestra era
effettivamente sul soffitto. Il televisore, un tubo catodico incastrato su una
mensola d’angolo con schermo 11 pollici. hotelreginatuttoattaccato mi connetto
e mi chiede username e password, ridigito hotelreginatuttoattaccato. Niente.
Evvvvvvai così almeno posso scendere di
nuovo. E’ alla macchina del caffè, mi vede e non lo avrebbe mai voluto fare. “Mi
dai username e password, sai prima di venire a disturbarti di nuovo ho fatto un
po’ finta di niente ma lui continua a volerle ancora username e password”. E’ uscito dal bar e si è
avviato alla reception dove c’erano due clienti appoggiati lì a parlare. Ne ha
toccato uno sulla spalla e a lui ha chiesto username e password. Il bello è che
anche uno di loro mi ha detto “hotelreginatuttoattaccato e oggi sei fortunato
perché di solito va lento. Per fortuna
Daniele è ingegnere e il suo telefono ha condiviso la connessione dati con il
mio pc (tethering). La doccia era fredda. Pubblico prima di andare a letto
perché domattina potrebbe succedere l’inverosimile. M’importa una sega dello
zero a zero.
Ultimo aggiornamento
Ultimo aggiornamento
Poi all’improvviso un ruglio nella notte. Forse un orso del
Pollino ha scelto uno dei tanti letti. Era invece il fragoroso schiantarsi di
quello di Daniele. Ecco il perché ce n’erano tanti. L’ingegnere trasloca sul
letto a castello sotto la finestra sul soffitto. Che poi di lì a poco si
rivelerà un amplificatore di pioggia della Bose. Al check-out quel signore molto anziano mi ricordava
qualcuno, quando mi ha chiesto di firmare la liberatoria per mandare in onda la
candid camera mi è venuto in mente. Nanni Loy.