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giovedì 25 settembre 2014

hotelreginatuttominuscolotuttoattaccato


Ho trattato con un ristoratore vestito da personaggio di Fellini per vedere la partita riuscendo  a strappare “Diretta gol” a scapito di Juve – Cesena,  un modo tutto fiorentino di attirarsi le maledizioni dei presenti  che già stavano seguendo la partita da 10 minuti. L’ingresso del ristorante Happy Moments di Galdo è una sorta di omaggio a una Dallas in piena spending review. Luci fucsia a perdifiato, un semicerchio in triplice filar di led fitti come i capelli di Berlusconi, per una Calabria post  atomica. Su “diretta gol” i collegamenti con Firenze fanno un monte immagini di 4 minuti scarsi + i messaggi di Foco ad integrare le informazioni,  per un totale di un cena di merda a 40 € in due. Vino della casa, uno chardonnay veneto con il nome del ristorante sull’etichetta. Non ho visto una sega, so di due pali asfittici, dell’ingresso di Ilicic e Berna, della solita sterilità abbinata all’insolita capacità di non subire gol. Parlatene voi perché per me il meglio della giornata doveva ancora venire. Con una 500L inguidabile imbocchiamo nuovamente la Salerno – Reggio Calabria in direzione sud  per uscire a Campo Tenese dove la segretaria ci aveva prenotato le camere all’Hotel Regina nel Parco Nazionale del Pollino. Un quattro stelle dove siamo arrivati intorno alle 23:00. Albergo molto frequentato in questo periodo anche perché nel tratto interessato dai lavori di rifacimento di strada e gallerie per un futuro migliore. Appena siamo entrati ho letto sul volto del ragazzo con la cresta, il panico, ma ho pensato a certe rughe di espressione enfatizzate da quel taglio di capelli inadatto per uno che sta alla reception di un quattro stelle, che non sia Nainggolan. “Abbiamo una prenotazione per due camere a nome…” La risposta è stato uno sguardo perso oltre Mormanno,  accompagnato da un silenzio che sembrava non avere via d’uscita. Poi si è scosso, ha preso tutto il coraggio che aveva dentro e con gli occhi bassi tipici del cocker “non ho nessuna prenotazione”. Tiro fuori la mail della segretaria con la conferma della prenotazione e l’allegato dell’autorizzazione al prelievo sulla carta di credito aziendale. E’ diventato più piccolo, in totale ha guardato la mail 12 volte non riuscendo a capire perché gliel’avessi mostrata visto che lui già ci aveva detto che non c’era nessuna prenotazione. “Guarda sulle mail in arrivo, l’indirizzo della segretaria è questo, inviata martedì alle 14:30”. Le ricerche sono state lunghe e infruttuose. “Dov’è che devo mettere il nome della segretaria?” Intanto fa una telefonata a casaccio senza risolvere niente. “Non abbiamo due camere ma una sola”.  Il suo sguardo è quello di chi ha visto la morte in faccia. “Una singola?” gli faccio. Il mio invece è lo sguardo di quello che c’ha la faccia a culo e che da un problema vede un’opportunità di divertimento inaspettata. “Nooon una singola, ma con tanti letti, non so se vi va bene perché c’è la finestra a soffitto”. Quel noon pronunciato con enfasi era stato liberatorio, perché con quella che era una singola ma che non lo era nella realtà perché così piena di letti, ci aveva trovato la soluzione, poi però quella finestra sul soffitto lo aveva riportato nel marasma di chi si trova in una situazione ingestibile per chi fa quello di lavoro in una reception di un hotel a 4 stelle. “Voi non avete pagato”.  Una frase buttata lì a secco, preso dal panico forse per pararsi il culo nel caso che la mattina dopo avessimo preteso addirittura di non pagare. “Mi dai la password per la connessione internet che devo lavorare?”.  Mi guarda impietrito e si tocca entrambe le tasche come a cercare qualcosa, forse proprio quello che gli avevo chiesto. “hotelreginatuttominuscolotuttoattaccatomavalentoperquestostiamofacendoilavori”. Tutto d’un fiato perché io quando gli ho detto che dovevo lavorare, gliel’ho detto a merda già prevedendo quello che poteva succedere, come a dire sono cose importanti che se non funziona allora mi hai rotto il cazzo ti denuncio ti faccio chiudere e ti taglio quella cresta di merda. La camera effettivamente aveva un letto matrimoniale uno singolo e due letti a castello. Mancava solo un amaca. La finestra era effettivamente sul soffitto. Il televisore, un tubo catodico incastrato su una mensola d’angolo con schermo 11 pollici. hotelreginatuttoattaccato mi connetto e mi chiede username e password, ridigito hotelreginatuttoattaccato. Niente. Evvvvvvai  così almeno posso scendere di nuovo. E’ alla macchina del caffè, mi vede e non lo avrebbe mai voluto fare. “Mi dai username e password, sai prima di venire a disturbarti di nuovo ho fatto un po’ finta di niente ma lui continua a volerle ancora username e password”. E’ uscito dal bar e si è avviato alla reception dove c’erano due clienti appoggiati lì a parlare. Ne ha toccato uno sulla spalla e a lui ha chiesto username e password. Il bello è che anche uno di loro mi ha detto “hotelreginatuttoattaccato e oggi sei fortunato perché di solito va lento.  Per fortuna Daniele è ingegnere e il suo telefono ha condiviso la connessione dati con il mio pc (tethering). La doccia era fredda. Pubblico prima di andare a letto perché domattina potrebbe succedere l’inverosimile. M’importa una sega dello zero a zero.


Ultimo aggiornamento

Poi all’improvviso un ruglio nella notte. Forse un orso del Pollino ha scelto uno dei tanti letti. Era invece il fragoroso schiantarsi di quello di Daniele. Ecco il perché ce n’erano tanti. L’ingegnere trasloca sul letto a castello sotto la finestra sul soffitto. Che poi di lì a poco si rivelerà un amplificatore di pioggia della Bose.  Al check-out  quel signore molto anziano mi ricordava qualcuno, quando mi ha chiesto di firmare la liberatoria per mandare in onda la candid camera mi è venuto in mente. Nanni Loy.