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venerdì 12 settembre 2014

4 3 3 - 4 4 2 - 3 5 2 - Soprattutto 911

E’ stata una bella storia, un’emozione che ha la magia di rinascere sempre come la coda delle lucertole. Mi si è riacceso dentro il boxer 6 cilindri della passione. Il ricordo è sempre posteriore all’evento, proprio come quel motore ancora raffreddato ad aria. Un’ emozione che non si raffredda mai. Il vero amante del genere considera quel 6 cilindri raffreddato ad aria il motore per eccellenza, oggi quel meraviglioso suono viene replicato elettronicamente, e uguale nella storia e nella mitologia c’è stato solo il fascino della musica delle sirene per attirare i marinai, io non mi sono mai tappato le orecchie per non sentire, come invece ordinò di fare Ulisse ai suoi uomini. Il raffreddamento era ad acqua. I fari anteriori del modello 911, alti e tondi come certi culi, come quelli delle formiche rosse più aggressive, gli interni spartani, diretti come certe proposte indecenti di certe troiane. Mi piace raccontare la mia passione per questo modello che mantiene sempre una bellezza intramontabile. 911 che diventa 964 nella versione quattro ruote motrici, la mitica Carrera 4 che sarà sostituita nel 93 dalla 993 e nel 996 dalla 996. Numeri. Come il 433 piuttosto che il 352 o il 442, e ognuno avrà sempre il suo  schema preferito. Mi piace raccontare la mia storia con la 911 perché è una storia a lieto fine, romantica, che ha chiuso un cerchio e lasciato ricordi emozionanti. Diciamolo pure, è il mio vero scivolone, è il lato materiale del mio carattere che veniva fuori con la forza di 250 CV, anche se dentro c’è comunque tanto altro che non è affatto materiale, e anche se dentro c’era poco posto perché era un 2 più 2.  Le mie origini sono modeste, sia da parte del babbo che della mamma, il fratello di mia mamma mi ha fatto anche un po’ da babbo, tanto per dire che in famiglia si riciclavano anche i ruoli. C' è stato però un periodo di fortuna professionale che gli ha permesso di togliersi alcune soddisfazioni tra le quali anche la macchina sportiva. Sono cresciuto andando nel suo garage e girando intorno alla sua 911, che quando ero ancora bambino neanche sapevo essere un 2700 di cilindrata, poi diventato 3200 e infine 3600. Ho avuto l’imprinting. E così mi sono portato dentro la passione per quella macchina e per quelle forme sinuose. Per quella voce che proveniva da dietro. Una passione forte. Che non era una passione per le auto in senso generale. Era una sbandata per lei anche quando stava ferma. Poi sono cresciuto, lui è invecchiato ed è passato a macchine più comode come le Mercedes, per passare a momenti più scomodi come il fallimento dove le macchine te le portano via. Nel frattempo, la scuola, l’adolescenza, gli amori, il lavoro, la Rita, poi Tommaso e intanto anche la fortuna di poter realizzare quel sogno. Quel sogno e solo quello. Che non era solo materiale, ma una sorta di rivincita anche per chi nel frattempo se ne era andato. Consideriamo che la mia 911 la comprai nel 2001 ed era un auto del 90, l’anno che al Salone di Parigi fu presentata per la prima volta la Carrera 4 (964), colore di presentazione rosso. Era una rivoluzione da un punto di vista meccanico proprio perché per la prima volta presentava la trazione integrale. E non solo.. E’ per me il più bel modello mai costruito dalla casa di Stoccarda. Così l’ho cercata e l’ho trovata, proprio quel modello. Proprio quel colore, con 32.000 km originali, unico proprietario. Era nuova. Non ho dormito tutta a notte prima di andare a ritirarla. E’ una bella storia d’amore che anche se è finita è di quelle che non finiscono mai. Non ho mai acceso la radio, tenevo il vetro di guida due dita abbassato per sentire il rumore del motore. Poi alla fine l’ho guidata poco, ci avrò fatto 5000 km in due anni  prima di rivenderla. Non avevo tempo, ero sempre a lavorare e la potevo guidare solo il giorno di chiusura di quella mia attività. Ma l’importante non era guidarla, era sapere di averla in garage. Ed era una sensazione bellissima, difficile da spiegare. Devo dire grazie anche alla Rita, che ha sempre fatto il tifo per i miei sogni, lei che di macchine se ne è sempre fregata, e che dopo di questa ha avvallato l’acquisto di una che era addirittura due posti secchi mentre in famiglia intanto eravamo diventati tre. Mi sono ritrovato spesso in garage intorno a quella macchina, a guardarla così come facevo da bambino intorno a quella dello zio Franco. Pensieri, sentimenti, ricordi che si sono incontrati. E girandole intorno mi sono ritrovato grande. Da bambino spaurito ad adulto che si ricordava di quanto era spaurito quel bambino. E forse non è stata solo una storia materiale. No. non lo è stata affatto.