“C’è pane e pane”, come del resto c’è pre-partita e pre-partita, come quello di Banderas o quello con la bandiera da preparare. C’è chi prepara brioscine, chi invece va a fare due corse alla Cascine. Tanto per stemperare la tensione. Nel mio sporadico caso aspetto semplicemente che lieviti il Viola dalle scalette. Una gran fortuna avere quel Viola, che lo si ribadisca. In un mondo dove conta molto l’apparenza, e dove Banderas si ricicla fornaio, il Napoli presenta la maglia di jeans. La nostra, invece, a prescindere dal materiale e dagli inserti in oro che ricordano le dorature dei corniciai di via de’ Serragli, potrebbe avere una sola variante, quella con le maniche corte. Come del resto per qualcuno sono i braccini dei Della Valle. E nel fritto di apparenza, molto meno digeribile di quello di paranza, ci sono i tatuaggi, le creste, la bombetta di Osvaldo e in sandali di Dani Alves. Maglie colonizzate dai loghi dello sponsor tecnico, dal main sponsor, dal numero e dal nome. In tutti i loghi in tutti i laghi. Un mondo dove l’abito fa Lo Monaco. Del resto la pubblicità è l’anima del commercio, e il sapersi vendere è un’arte, chiedere a Gervasoni che nella sua alterazione morale e linguistica mette in atto una suffissazione che lo porta così a mettere a disposizione quei “vasoni” tanto utili per dare sfogo allo stimolo che ci procura il suo operato. Io l’ho usato anche ieri per Empoli - Roma. L’immagine è troppo importante oggi, così come il il nome che si da a un’ azienda, e mi viene in mente quanto è poco credibile il Bambi che al contrario di quanto lascia intendere il suo nome, esteticamente è molto più vicino a un bufalo. Diminutivo come braccini, accrescitivo come Cupolone, il nome di un azienda è importante, e come non pensare ai mitici “Anelli e Tondini” nel viale Petrarca. Due soci così sono impagabili come certe ricevute bancarie. Per questo si fanno gli insoluti, e il mistero di certi crimini rimane insoluto proprio perché manca il nome del responsabile. Il nome di una azienda è importante. Deve essere accattivante, coerente con l’attività commerciale, deve anche evocare qualcosa che è già nella mente della gente. Il povero zio Franco, infatti, per il suo negozio di elettrodomestici aveva scelto quello di Candy Candy. Poi è arrivata come un cazzotto nello stomaco anche la maglia di jeans che evidenzia gli orrori perpetrati su una superficie da riempire, maglie si, ma ricordo anche i dischi in vinile e le loro peggior copertine, poi per fortuna la situazione era cominciata a migliorare già con il CD diminuendo la superficie, problema superato brillantemente con l’mp3. Il Napoli cerca invece un’operazione mirata al recupero del vinile mostrandoci “Nu jeans e ‘na maglietta”. Noi aspettiamo semplicemente il Viola apparire da quelle scalette.