.

.

mercoledì 24 settembre 2014

La bella e la bestia

Sono in viaggio verso la curva sud d’Italia, poi torno con calma a giochi fatti. Quando la curva Fiesole cioè si sarà già svuotata. Italo, Salerno e poi in auto fino a sud della piana di Campotenese. Là dove le grandi opere sono molto lontane dall’essere finite. Così come la nostra sfiga che sembra sempre un cantiere aperto di quelli fissi tra Barberino e Rioveggio. Mai che si possa scorrere senza rimanere bloccati tra le recriminazioni e la sfortuna, mai una stagione liscia come una cerniera lampo. Ed ecco il viaggio allora. Pollino, luogo dove lo dice il nome stesso serve l’antistaminico. Calabria, malgrado noi poveri illusi che cerchiamo di accorciare le distanze appaltando sogni di viabilità a momenti e futuro incerto. Vado per combattere quella bestia della sfiga, mentre la bella ve l’ho già presentata nei giorni scorsi. Una Gaia scienza quella della scaramanzia, specialmente al sud. Per qualche giorno sarò ospite di un eremo nel Parco Nazionale del Pollino. Contro il Palazzo, contro la scalogna nera ancor prima della terza maglia che forse metteremo in segno di lutto dopo la morte di un commesso viaggiatore in fila proprio sulla Salerno - Reggio Calabria. E poi anche contro Saturno contro. Unici compagni, alcuni frati di un ordine dalla disciplina ferrea e dal codice etico un po’ in disordine, per di più predicato con la dura cadenza bresciana. Saranno giorni intensi, lontano dal mondo e dalla sua vita convulsa fatta di stiramenti e di appuntamenti che saltano come i legamenti. Lontano dagli infortuni di Gomez e di Rossi, dall’indolenza di Ilicic e dalla traversata in solitario di Cuadrado lungo tutta la spina dorsale della squadra. Andrò a dormire al tramonto e mi sveglierò all’alba come in una sceneggiatura di Tarantino. Consumerò pasti frugali in un refettorio spoglio come il guardaroba di un set a luci rosse, e patirò anche un po’ di freddo nella mia piccola cella. Tutto questo per ritrovare me stesso smarrito in qualche aeroporto della vita. Per vedere chiaro dentro di me come quando la Rita mi fa pulire i vetri. Sono sicuro che così riuscirò finalmente a maturare un proposito che sono sicuro riuscirò anche a mantenere finché campo, o meglio finché la Fiorentina non scenderà di nuovo in campo. Mai più viaggi low cost della speranza. Se la scarogna passa da sola, bene. La prossima volta rimango in San Frediano anche se si dovesse rompere Babacar. Non voglio più rischiare di incontrare Paolo Brosio. Appena arrivo vado subito a pregare in bresciano. Per stasera.