Oggi tocca all’editoriale numero 1.000, e per lasciare un ricordo che non sia la sola targa dove è indicato il livello che l’acqua raggiunse nel novembre del ‘66, ho deciso di mettere il terzo distributore del latte. Sarà utile anche per festeggiare un altro ben più importante Terzo. Questo nuovo distributore è dedicato a un target che ama il preliminare, non solo quello di Champion, un target che ha ancora il gusto dello sbottonarsi e raccontare le proprie emozioni, che ama immaginare prima di vedere, che sorseggia lentamente senza seguire le mode del momento, così complicate, e che hanno sempre bisogno della migliore menta e del ghiaccio triturato, ma che soprattutto se ne frega delle quote latte. 1000 è un bel traguardo, non pensavo quando sono partito, non pensavo cioè ad un viaggio lungo come il viale dei Mille, con il suo naturale sbocco davanti allo stadio. Lato Ferrovia dove subito sulla destra, dallo Scheggi, si sono fermate tante delle nostre digestioni. Non pensavo che dalla fine del 2011 ad oggi nascesse una storia senza ancora una fine. Non pensavo che dalle macerie di Fi.it ci fossero 1000 giorni di me e di voi. Poi, come per tutte le ricorrenze importanti è utile ricordare il perché della carica dei mille. Quando cambia una gestione non è scontato che si continui a mangiare bene, ed è successo così anche per Fi.it dove ho mangiato bene per tanti anni, ma con l’avvento del nuovo che ingrassa non sono cambiate solo le tovaglie, purtroppo è cambiato anche il menù, e così mi ritrovai per una selva oscura tra le incomprensioni affilate di una mannaia chiamata censura, tagli al buonsenso che cambiarono per sempre gli equilibri di quello che un tempo era un posto dove si mangiava la vera Fiorentina. Per la prima volta non mi fu permesso di pubblicare un post su Commenti e Pagelle all’indomani di un Fiorentina-Lazio, naturalmente senza che ci fosse una sola motivazione valida se non l’uso volgare della punteggiatura, che ho sempre maneggiato con disprezzo e gettato là come fosse una manciata di coriandoli. Alla nuova gestione non sono mai piaciuti i coriandoli, hanno sempre preferito le stelle filanti, mentre al capo si dice soprattutto i formaggi filanti. In un attimo mi sono ritrovato a non conoscere più la cucina del luogo, e quindi eccomi qua dove il coriandolo invece profuma le pietanze. Pensavo che fosse più difficile separarmi dagli amici con i quali ci ritrovavamo a giocare a carte. Tra quelli preferiti c’era il Baccarat, per il quale eravamo perfettamente attrezzati. Ricordo che ci divertivamo un monte, fino a quando lo chef ha pensato che un mio commento fosse una zuppa inestricabile di sapori al pari di un cacciucco, e così l’oste grasso ha applicato le regole che si impongono a un vero cacciucco che si rispetti in un ristorante dove non si cucina pesce. L’ha gettato nel cestino. Ci sono rimasto proprio come un baccalà. A quel punto non mi andava più di passare le serate giocando al Baccarat alla livornese. Quindi il blog perché l’oste grasso scambia la zuppa per pan bagnato, uno scambio di referto che ci costerà la recente durissima diagnosi che saremmo morti di celiachia, ma siamo ancora vivi malgrado il colesterolo a 1000.