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sabato 29 giugno 2013

Passo carrabile

Oggi voglio essere sintetico come i capelli di Conte e dire semplicemente che la Juve ha avuto delle false speranze con Jovetic, per spiegarmi meglio immagino che avesse pensato a una manovra più facile, che tutto dovesse essere più semplice, prima l’accordo, poi la dichiarazione del giocatore per rompere con l’ambiente e quindi nel tentativo di fare abbassare anche il prezzo del cartellino, è stata la stessa falsa speranza di chi passa in Borgo Tegolaio, vede la luce tra due macchine e gli sembra un parcheggio libero, ma invece è un passo carrabile. Diciamo pure che a differenza della mia povera nonna, quella per intendersi che mangia il brodo sotto la pioggia e che cammina ormai senza meta da più di 20 anni, le nonne dei tifosi juventini, quelle insomma che hanno generato l’attuale zoccolo duro della loro tifoseria, da un recente studio sono risultate delle grandi zoccole in quanto tutte molto istruite, si dice che conoscessero almeno otto lingue, ma che non sapessero dire di no in nessuna di esse. E non invece come le nonne dei tifosi del Chievo che hanno trombato pochissimo, a questo proposito è emerso nell’ultimo processo Ruby che Palazzo Grazioli fosse diventato un oasi di ripopolamento della fauna rossonera. Insomma per ritornare alla madre di tutte le trattativa penso che quella per Jovetic sia come la matematica che poi è come l’amore, un’idea semplice che si può complicare a dismisura. Vi avevo promesso che sarei stato sintetico come gli zigomi della Ferilli e oggi lo sarò anche perché sono costretto a farlo essendo in grave ritardo, e lo sarò soprattutto dietro suggerimento della Rita che mi da sempre consigli buoni e gratis, gli stessi che mi darebbe lo psicologo ma a pagamento, e quindi il consiglio spassionato di oggi è quello di andare alla Conad prima che s’incazzi, e così chiudo ma non prima però di raccontarvi una strana tradizione di mia nonna, quella per intenderci che allungava il brodo con l’acqua piovana e che fa due passi da ormai due decenni, si perché lo strano è che pur essendo donna di San Frediano legata a tutte le tradizioni fiorentine, dai roventini al lampredotto, aveva la fissa tutta americana che a Natale doveva fare sempre il tacchino: un imitazione orrenda!