Oggi
voglio essere sintetico come i capelli di Conte e dire semplicemente
che la Juve ha avuto delle false speranze con Jovetic, per spiegarmi
meglio immagino che avesse pensato a una manovra più facile, che
tutto dovesse essere più semplice, prima l’accordo, poi la dichiarazione del
giocatore per rompere con l’ambiente e quindi nel tentativo di fare
abbassare anche il prezzo del cartellino, è stata la stessa falsa
speranza di chi passa in Borgo Tegolaio, vede la luce tra due macchine e
gli sembra un parcheggio libero, ma invece è un passo carrabile.
Diciamo pure che a differenza della mia povera nonna, quella per intendersi
che mangia il brodo sotto la pioggia e che cammina ormai senza meta da
più di 20 anni, le nonne dei tifosi juventini, quelle insomma che hanno
generato l’attuale zoccolo duro della loro tifoseria, da un recente
studio sono risultate delle grandi zoccole in quanto tutte molto
istruite, si dice che conoscessero almeno otto lingue, ma che non
sapessero dire di no in nessuna di esse. E non invece come le nonne dei
tifosi del Chievo che hanno trombato pochissimo, a questo proposito è
emerso nell’ultimo processo Ruby che Palazzo Grazioli fosse diventato un
oasi di ripopolamento della fauna rossonera. Insomma per ritornare alla
madre di tutte le trattativa penso che quella per Jovetic sia come la
matematica che poi è come l’amore, un’idea semplice che si può
complicare a dismisura. Vi avevo promesso che sarei stato sintetico come
gli zigomi della Ferilli e oggi lo
sarò anche perché sono costretto a
farlo essendo in grave ritardo, e lo sarò soprattutto dietro
suggerimento della Rita che mi da sempre consigli buoni e gratis, gli
stessi che mi darebbe lo psicologo ma a pagamento, e quindi il consiglio
spassionato di oggi è quello di andare alla Conad prima che s’incazzi, e
così chiudo ma non prima però di raccontarvi una strana tradizione di
mia nonna, quella per intenderci che allungava il brodo con l’acqua
piovana e che fa due passi da ormai due decenni, si perché lo strano è
che pur essendo donna di San Frediano legata a tutte le tradizioni
fiorentine, dai roventini al lampredotto, aveva la fissa tutta americana
che a Natale doveva fare sempre il tacchino: un imitazione orrenda!
