Fanno
a gara per dettare il mercato alla Fiorentina, magheggi strani intorno
all’operazione Jovetic, ridicoli suggeritori di contropartite, credibili
come le meteorine di Emilio Fede, figuriamoci poi se a cercare
d’indirizzare le operazioni Viola è la versione maschile di Wanna
Marchi, concentrato com’è a sottolineare di essere sempre il primo ad
averle dette, come se avere la precedenza a dire le stronzate fosse una
qualità e non invece semplicemente il fatto di provenire da destra, e lo fa oltretutto con un
fastidioso rimbombo dovuto alla conformazione della scatola cranica
vuota che ricorda molto l’acustica della grotta tipica dove gli uomini
preistorici andavano a pisciare, da qua nasce l’espressione “pisciargli
in capo”, insomma, a Sporchitalia c’è gente pelosa e ancora poco
evoluta, e alcuni quel poco di sviluppo cerebrale ce l’hanno persino
leso come il “Crisci”, infatti nessuno può dirglielo perché sennò sarebbe lesa
maestà. “Fischia il vento urla la bufera ci fosse una volta che il
“Crisci” ne dice una vera”, canticchia Pradé, “Fuori piove e tira vento
che cazzo dice con quell’accento” è il pensiero a voce alta di Macia.
Amnesty International intanto inscena una protesta in strada davanti
agli studi televisivi perché sostiene che l’uomo delle panzane di
mercato è un uomo ridotto in schiavitù da un testimone di Geova, si,
perché Marotta è persona abituata a farsi sbattere tutte le porte in
faccia. Questa è la storia di un sannita che negli studi televisivi si
circonda di piante convinto che abbiano un ottimo senso dell’humus, uno
studio nel quale oltre alle piante c’è veramente di tutto tranne la
credibilità, e Criscitiello non si vergogna proprio mai, di niente,
mentre come diceva Jean Cocteau gli specchi dovrebbero riflettere un po’
di più prima di rispedire indietro certe immagini. E’ convinto che
tutti credono a quello che dice, è sicuro di essere un ganzo e fa a gara
con Bonolis per chi parla più veloce, è talmente convinto di se stesso
che il buon Pedullà spesso gli ripete di non lasciare che il suo status
diventi troppo quo, perché sennò Qui e Qua alla fine lo sputtanano
chiamandolo zio davanti al logopedista di famiglia. II sannita fa
comunque tenerezza quando parla della sua terra alla quale è molto
attaccato, si emoziona pensando ai luoghi da dove è partita la sua
leggenda, così tanto emozionato che ha raccontato a Scarpini di Inter
Channel che da quando ha conosciuto il successo e si è potuto
permettere i primi lussi si è comprato una cartina della Campania in
scala 1 a 1, ha confessato di aver trascorso l’ultimo week end a
ripiegarla, e quando la gente lo ferma per strada e gli chiede oltre
all’autografo anche dove sia nato lui gli risponde in “E6”. Insomma quel
fenomeno da baraccone da quando ha conosciuto il successo si fa
compilare direttamente la Volvo 740, si è comprato la barca e quando
spiega le vele al vento sostiene che il vento non capisce un cazzo come
Civoli. Oggi lo vediamo sorridente ma sappiamo che ha dovuto fare un
lavoro doloroso per uscire parzialmente fuori da un passato difficile,
non ha passato una bella infanzia, no, e ha scelto di farlo scrivere
nella sua biografia a Francesco Salvi, dalla quale si capisce il perché
oggi sia un uomo parzialmente scremato “Non ho mai avuto molti rapporti
con mio papa': lui preferiva le donne...Pero' mi voleva bene. Quando
voleva parlarmi mi diceva sempre: "Ascolta,cretino!". Non ho mai capito
perché mi chiamava "Ascolta". Ma quando si hanno tanti figli non si
può dar retta a tutti. Meno male che sia io sia i miei fratelli siamo
tutti figli unici: nel loro genere. Ci chiamiamo tutti, Lino, Gino,
Pino, Rino, Vino, Sino, Zino, Bino, Cino, Rino secondo estratto, Dino,
Fino, Chino (questi ultimi due gay), Tino e io che in realtà sarei
l’unico ad avere un nome composto, mi chiamerei Mino ma Rato non finiva
per Ino e allora alla fine ho scelto Michele”. Poi, e finisco, estraggo
dalla sua biografia fresca di stampa le parole usate da quella che oggi è
l’ex moglie, parole che spiegavano il motivo per il quale lo stava
lasciando “tu non sei una balena Michele, io è quello che cerco da un
uomo, che abbia una lingua lunga due metri e che respiri da un buco
sopra la testa”.