E’
un punto di vista di parte, lo confesso, di parte Bianca, ma pur di
avere la prospettiva più favorevole per esporlo entro anche in un
divieto d’accesso, quello della scaramanzia, per andare oltre l’ostacolo
dello scetticismo e della prudenza, di là, Diladdarno insomma, in modo
da farlo diventare uno scorcio favorevole a mettere in primo piano il
bello di San Frediano, un punto di vista da tifoso d’Oltrarno, un
approccio alla prossima stagione con il giusto Santo Spirito. Lottare
per lo scudetto è un punto di vista di parte, lo so, ma parlare di
Fiorentina da questo meraviglioso punto di vista scatena sempre una
certa centrifuga di emozioni e speranze, che poi trovano il loro
naturale sfogo in piazza Cestello, con vista sui Lungarni, pensiero al
prato del Franchi, e siamo franchi, con vista anche sulle ragazze di San
Frediano, anche se non sono più quelle di Vasco Pratolini. La Fiorentina è
già molto forte e se l’arrivo del tedesco ci permetterà di saltare le
difese avversarie invece dei ponti, alla fine la mia non sarà poi una
speranza così campata in aria, ma una valutazione serena, di chi ha i
piedi in terra, o per meglio dire sulla pietra serena, non è previsione
ardita o esternazione da tifoso con mononeurone, ma è ottimismo di
quartiere che passa rasente i muri di via dell’Ardiglione, del resto lo
scudetto va bagnato nel brodo di passione della sua gente, come il
lampredotto in quello di cottura, per dare sapore alle proprie speranze,
passione tanta, come la trippa mai troppa. Del resto siamo abituati al
bello, anche se martoriati dal traffico, dalle buche, dai passaggini
sega di Montolivo e dalle buche che ci aveva lasciato Cecchi Gori, siamo
anche generosi e per farlo lasceremo traccia del bello che ci
appartiene anche nella prossima stagione, oboli di bel calcio da Porta
Romana a piazza Pitti passando per Boboli. E se le pecore si contano in
via Maggio, se a Pizarro e allo zio sarà dedicata la prossima edizione
di Pitti Fava, se gireremo uno spaghetti western in Borgo Tegolaio per combattere
kebabbari e fast food e spingerli in una riserva di Chianti Classico, un film dal titolo “Oltrepassavano il Ponte Santa
Trinità”, anche senza la regia di Sergio Leone o i’ mi babbo che in San Frediano
chiamavano il “Leone” per quanto mangiava, se apriremo il corridoio Vaselliniano per farci
passare Galliani senza fargli sentire troppo male, anche se i se e i ma sono da sempre patrimonio dei bischeri, ma noi bischeri ci crediamo, con i buoni Uffizi o no
della Lega, ce lo porteremo comunque a casa il terzo scudetto, con le
buone o con le cattive, con i brutti ma buoni, anche senza più il Santo
ma inzuppato nel Vin Santo, in qualche cantuccino del nostro cuore si è
già fatto posto a questo sogno che non ha nessun costo. Come guardare Firenze dal Piazzale, si forse il miglior posto. E mentre a Firenze è il
traffico a far venire il gomito del tassista, e la bellezza
scatena la sindrome di Stendhal, i fiorentini guardano la Nazionale e
soffrono, provano disagio, non si capacitano, si chiama sindrome di
Staedtler, il popolo si chiede come sia possibile che qualcuno abbia
usato della grafite per assegnare a Giovinco la maglia azzurra con il
numero 10.