Ci sono cose della
stagione passata che rimangono ancora vive nella mente, brucia nelle mele e
duole tra il costato, la coltellata alla schiena di Pizarro e
l’inculata di Bergonzi, rigori dell’inverno del cacio, mentre del
vecchio ciclo rimangono assorbenti alcolici, qualche relitto come
Vargas insomma, diciamo pure qualche bel gonzo, eredità pignorate, delusioni
diverse ma comunque ferite ancora aperte, magari quelle inferte dal nano
cileno si possono ancora suturare con qualche adeguamento di contratto, o
forse ha ragione De Andrè quando dice che Pizarro ha il cuore troppo
vicino al buco del culo, certo è che la carcassa del peruviano va invece
rimossa al più presto prima che deturpi di nuovo le rive dell’ Arno.
Prima che l’agente di Gomez sbarchi in Italia e si ritrovi il relitto a
ostruire la navigazione di una trattativa che porterebbe la Fiorentina
nel porto dove i sogni del terzo scudetto sono al riparo, e prima che
Ilicic trovi nella bellezza del gioco Viola non solo quel meraviglioso
sbocco della manovra che fa gonfiare il sacco, ma anche lo sgradevole
eccesso di gradazione saccaromterica che non fa bene ai sogni tricolori e
che lascia tracce di vomito nello spogliatoio Ai margini del cantiere per il
terzo scudetto ci sono ancora storie di parentele tristi, tra cugini che
si ribaltano senza avere la patente e zii che hanno evidentemente la
patente del cretino, ci sono trattative importanti da portare a termine,
peruviani da smaltire, cileni che lo potrebbero prendere negli ani di tutta la famiglia, e
per questo trascorrere gli ultimi ani della carriera in una tribuna all'inglese nuova di pacca. Intanto si è già deciso
che Viviano non sarà più il portiere del terzo scudetto, e se lo si è
fatto vuol dire che il duo delle meraviglie ha già il nome del prossimo
scudettato, e il problema per i giornalai di Firenze adesso è stargli dietro a
quei due, capire dove vanno a parare, capire soprattutto chi hanno
scelto per parare, in un mondo sconfinato come quello del calciomercato
che loro non conoscono all’infuori di Agazzi, del resto son ragazzi e
gli altri ivece professionisti. Sono tranquilli i nostri, mentre arrivano Joaquin e
Minua, tranquilli anche sul rinnovo di
Ljajic, e alla fine Jovetic se ne
andrà alla cifra esatta che ci permetterà di andare a vincere il terzo
scudetto. Una grande squadra che sarà anche quella di chi tra i tifosi
non credeva più perché sapeva, e non solo della pontellizzazione e della
cessione a Tutunci, sapeva, dentro di se sapeva, e per risolvere tutto
questo sapere si sforzava di raccontarlo anche ad altri in camice
bianco, che a loro volta sapevano ma che non potevano rivelare perché
segreto professionale. Un sapere che oggi è custodito tra pareti
imbottite, come in una biblioteca sedata, dove si muovono lenti e senza fare rumore, praticamente spariti dentro a biblioteche imbottite, ma noi che non sapevamo faremo
comunque in modo di farglielo sapere quando vinceremo il terzo
scudetto. Lo sapranno glielo promettiamo, lo sapranno tra una terapia e l’altra.
