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venerdì 28 giugno 2013

Bonucci tira i rigori come la mi' nonna

Quando Moratti consegnò la panchina a Stramaccioni mi vennero subito in mente le parole della nipotina di Enzo Biagi raccontate dalla moglie il giorno che gli conferirono la laurea in Scienze della Comunicazione, anche io pensai come la bambina che era stato molto fortunato ad aver avuto quella laurea senza aver studiato. Come fortunato non è stato invece Prandelli costretto a dover affrontare ancora una volta la Spagna ieri purtroppo forte soprattutto dal dischetto, e io che sono un ottimista ad oltranza devo ammettere che prima della partita avevo visto comunque il bicchiere mezzo pieno. Si, di merda. Sono d’accordo anche con le prime parole di Cesare a caldo dopo la partita, parole che penso abbia ripreso da Woody Allen, che mostrano una grande autostima anche dopo la delusione per un’eliminazione immeritata, mi è piaciuta molto la sua analisi sulla partita, la sua franchezza nel non nascondere il lieve malore al settimo rigore di quel gobbo di Bonucci, mi è piaciuto quando ha detto “Dio è morto, Marx pure e anch’Io non sto molto bene”. Una parentesi doverosa sul mercato Viola perché dopo le ultime indiscrezioni che danno tutti gli ultratrentacinquenni a Firenze, Brovarone su Facebook ha già anticipato di averli visti passare da Fanfani la domenica mattina a fare l’esame della prostata, Zazzaroni ha aggiunto che da un punto di vista tecnico questo tipo di giocatori un po’ usurati e dalla vescica affaticata, tornano comodi in determinate partite dove piove molto specie quando l’acqua arriva fino alla cintola perché così non hanno bisogno di andare negli spogliatoi a pisciare. Onore alla Nazionale che ha giocato una gran bella partita, di grande qualità, un’altra squadra da quelle disegnate da Prandelli con il concetto dell’alta velocità ferrioviaria, quando cioè il lancione viene usato come un Freccia Rossa per arrivare prima in area di rigore, perché purtroppo non sempre è utile arrivare 20 minuti prima alla stazione di Milano se invece di un taxi trovi Gilardino. Un bravo a Cesare perché la squadra è arrivata ad affrontare la Spagna senza nessun timore reverenziale, motivata, lucida, determinata e superiore anche fisicamente, si, una buona condizione fisica che sommata non certo alla miglior versione della Spagna ha fatto la differenza, come succede sempre più spesso nel calcio moderno, la forma fisica è importante per arrivare lontano. A questo proposito mi viene in mente mia nonna, quella per intendersi del ristorante all’aperto e del brodo sotto la pioggia, perché anche lei si è sempre mantenuta in forma, ha cominciato a camminare per 5 chilometri al giorno quando aveva 60 anni. Adesso ne ha 83 e nessuno sa dove diavolo sia. Così, tanto per sdrammatizzare. Ciao Stefano.