Quando
Moratti consegnò la panchina a Stramaccioni mi vennero subito in mente
le parole della nipotina di Enzo Biagi raccontate dalla moglie il giorno
che gli conferirono la laurea in Scienze della Comunicazione, anche io
pensai come la bambina che era stato molto fortunato ad aver avuto
quella laurea senza aver studiato. Come fortunato non è stato invece
Prandelli costretto a dover affrontare ancora una volta la Spagna ieri
purtroppo forte soprattutto dal dischetto, e io che sono un
ottimista ad oltranza devo ammettere che prima della partita avevo visto comunque il
bicchiere mezzo pieno. Si, di merda. Sono d’accordo anche con le prime
parole di Cesare a caldo dopo la partita, parole che penso abbia ripreso
da Woody Allen, che mostrano una grande autostima anche dopo la
delusione per un’eliminazione immeritata, mi è piaciuta molto la sua
analisi sulla partita, la sua franchezza nel non nascondere il lieve
malore al settimo rigore di quel gobbo di Bonucci, mi è piaciuto quando
ha detto “Dio è morto, Marx pure e anch’Io non sto molto bene”. Una
parentesi doverosa sul mercato Viola perché dopo le ultime indiscrezioni
che danno tutti gli ultratrentacinquenni a Firenze, Brovarone su
Facebook ha già anticipato di averli visti passare da Fanfani la
domenica mattina a fare l’esame della prostata, Zazzaroni ha aggiunto
che da un punto di vista tecnico questo tipo di giocatori un po’ usurati e dalla vescica affaticata, tornano comodi in determinate partite
dove piove molto specie quando l’acqua arriva fino alla cintola perché
così non hanno bisogno di andare negli spogliatoi a pisciare. Onore alla
Nazionale che ha giocato una gran bella partita, di grande qualità,
un’altra squadra da quelle disegnate da Prandelli con il concetto
dell’alta velocità ferrioviaria, quando cioè il lancione viene usato
come un Freccia Rossa per arrivare prima in area di rigore, perché purtroppo
non sempre è utile arrivare 20 minuti prima alla stazione di Milano se
invece di un taxi trovi Gilardino. Un bravo a Cesare perché la squadra è
arrivata ad affrontare la Spagna senza nessun timore reverenziale,
motivata, lucida, determinata e superiore anche fisicamente, si, una
buona condizione fisica che sommata non certo alla miglior versione
della Spagna ha fatto la differenza, come succede sempre più spesso nel
calcio moderno, la forma fisica è importante per arrivare lontano. A
questo proposito mi viene in mente mia nonna, quella per intendersi del
ristorante all’aperto e del brodo sotto la pioggia, perché anche lei si è
sempre mantenuta in forma, ha cominciato a camminare per 5 chilometri
al giorno quando aveva 60 anni. Adesso ne ha 83 e nessuno sa dove
diavolo sia. Così, tanto per sdrammatizzare. Ciao Stefano.