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domenica 14 aprile 2013

Yellow Submarine

La partita riassume bene, al suo interno, l’evoluzione della Fiorentina in questa stagione, dentro alla quale sono abbaglianti le trasformazioni di Ljajic partite dagli schiaffi di un cerebroleso, il punto più basso della gestione Della Valle, fino agli odierni nitori di classe cristallina. Trasformazioni, crescita, miglioramento, progresso, anche grazie agli innesti forse tardivi o forse saggiamente gestiti di Compper, di Momo, di Larrondo, del ritorno di Roncaglia dopo un appannamento fisiologico, e finalmente anche della vittoria di qualche partita in trasferta. Evoluzione Beatlesiana con qualche difetto di personalità lontano dalla famiglia, appunto, dove il gioco non è stato sempre così bello, ma è parso più che altro come una Yoko, un’invadente figura qualche volta anche di merda. E il motore nucleare della stagione non poteva provenire che da quel sottomarino giallo dal quale ha già tirato fuori il periscopio quel Pepito Rossi che fa percorso inverso, una sorta di orso marsicano che cerca di venire a ripopolare un po’ un campionato che si svuota di campioni, prossimo Cavani, che perde ranking, e Rossi allora è manna dal cielo come la consacrazione di Ljajic che probabilmente contribuirà ad arginare l’emorragia suturando la ferita Jovetic. Pensiamo solo a un giocatore mediocre come Montolivo che il Milan invece utilizza per rilanciare il suo progetto, pensiamo alla debacle del calcio italiano in Europa, e forse è proprio la Fiorentina la più bella novità, capace pur non frequentando le competizioni europee di mettersi in luce lo stesso, la vera idea nuova e convincente di un calcio italiano in crisi devastante. Il duo delle meraviglie intanto dovrà risolvere il tema aperto delle palle alte in area che ancora soffriamo terribilmente, perché visto che siamo ormai a fine stagione, il difetto sembra essere proprio strutturale, duo che comunque in quest’ultima parte di stagione sembra voler rivendicare una campagna acquisti di gennaio non proprio così negativa. Il secondo tempo di ieri fa bene alla domenica, molto bene, tanto che oggi mi metterò a fare le lasagne con il pane guttiau, mangerò finocchiona profumata come una bella donna, e poi berrò Orvieto Classico amabile che non c’entra una sega, ma che bello ghiacciato va giù che è un piacere. Ieri del resto l’avevo pronosticata la domenica spaparanzata a gufare dopo le due belle pere servite all’Atalanta su un vassoio d’argento, e per una volta che c’indovino me la voglio godere, si perché io sono di quelli che quando c’era ancora la schedina mettevo sempre la vittoria della Fiorentina, e allora grazie a questa magnifica giornata di primavera, con la speranza di vedere certe asticelle abbassarsi come le cataratte di chi è già miope di suo, vi lascio alla vostra domenica a gambe aperte.