E’
stata la domenica dei falsari, un raduno, un concentrato fatto con
pomodori cinesi, ridicoli contraffattori che spacciano servilismo e
interessi, per un’informazione che trasuda rabbia da tutti i porri dopo
il pareggio Viola, un giornalismo che fa fatica a nascondere l’alitosi e
la pesantezza del fegato gonfio e pronto per essere immesso sul mercato
dell’alta gastronomia. Sofisticazione della materia prima verità, come
quel bloc de foie gras di un Civoli dal capello post Awanagaiano, sotto
le luci della ribalta di uno studio che ribalta la verità, lo studio
della DS più triste della sua storia, dove manca solo che Paola Ferrari
ruzzoli con tutto il carrozzone e anche la carrozzina insieme a mamma
Rai dalla scalinata della Corrazzata Potemkin, dove si fa a gara a chi
dice la cagata più pazzesca, dove l’approfondimento più centrato è il
rutto libero, la cucina più raffinata la frittata di cipolle e il calcio
c’entra come il culo con le quarant’ore. E sotto quelle luci si
riflette anche la bava di quell’altra escargot di uno Zazzaroni, ironia
della sorte proprio mentre nessuno dello studio riflette minimamente su
quanta bava gli esce dalla bocca. Quella stessa Rai che è costretta a
convivere con il jat lag delle immagini quando il mondo intero le ha già
viste e riviste fino allo sfinimento, che significa vivere la
professione dentro ad una parodia cercando di nascondere il risultato
all’unico sordocieco della Lega del Filo d’Oro che si è distratto con
Amici pensando alla strabiliante somiglianza di un concorrente con
Renzi che indossa il giubbottino di Prandelli, e non è certo solo la Rai
a perseverare nella truffa dell’informazione anche se con l’aggravante
della gabella del canone, perché la farsa è ormai trasversale, anche
Mediaset e Sky sono immondi lazzaretti dove putridi abitanti di un
sistema televisivo marcio sono sempre più proni agli interessi dei
potenti. E allora si strumentalizza un episodio certamente riprovevole e
da punire come quello successo nella tribuna autorità del Franchi, ma
senza però che Beretta o il sito ufficiale del Milan ci diano lezioni di
civiltà, che pensino piuttosto ad apprezzare e rifarsi all’equilibrio
di un Moratti che parla di malafede della classe arbitrale e di un
disegno per favorire il Milan, un equilibrio condito come un risotto con
lo zafferano estratto da denti gialli come un libro di Agatha Christie.
Già, quel Milan che invece di alimentare la polemica urlando come un
pescivendolo sul proprio sito ufficiale puzzolente fatto di comunicati
copiaincollati da Cronaca Vera o suggeriti da Platinette, avrebbe dovuto
accettare le pronte scuse presentate dalla Fiorentina e abbassare i
toni, e magari suggerire al proprio focoso dirigente massimo di non
frequentare gli stadi se non è in grado di sopportare neanche un bambino
che lo prende giustamente per il culo, facesse una bella passeggiata in
Santo Spirito quel monte di sudicio, lui insieme a tutti i lacché delle
televisioni, e si portasse anche Beretta senza spararsi, del resto du’
scapaccioni dati bene non hanno mai ammazzato nessuno e fanno meno male
al calcio di una squadra allenata da Stramaccioni, parlasse del derby di
Roma, Abete, parlasse di Augustarello, oppure d’er Fanello o d’er
cinese che fa il rigattiere proprio come lui, si, parlasse di “er più,
storia d’amore e di coltello”, del derby delle puncicate e si
sciacquasse la bocca prima di fare della filosofia spicciola dopo aver
letto solo testi scritti da Gigi d’Alessio. Si mettesse anche lui un bel
cappello da capotreno e cominciasse a zigzagare per le stanze del
potere e peppepepepepé e peppepepepepé, e via un bel trenino con
Marrazzo che li pigia da dietro, la facciano finita tutti questi
mentecatti tanto sono meno credibili di Vanna Marchi e dello zio Michè
di Avetrana. Ho parlato di falsari e aggiungo ricettatori di professioni
rubate, e se a Bettega hanno trovato uno Chagall rubato, appeso guarda
caso proprio accanto a trofei juventini provenienti dallo stesso
ricettatore, chi parla di Firenze e di Fiorentina così a sproposito è
scusabile solo perché evidentemente ha un gran bisogno di potassio. E
Firenze, si sa, è generosa e non si tira mai indietro quando c’è da
aiutare chi è in difficoltà, Firenze che non ha solo Neto ma anche un
gran bel bananeto, l’invito quindi è quello di ciucciarci la banana.
Tanto per reintegrare.