Tra
i rossi a questo punto è mancato il solo Delio a dare le dimissioni, un
Bersani un po’ più manesco, mentre quello spogliatoio di traditori non
si discostava troppo da quello che ieri ha bruciato anche il
“mortadella” per sdoganare il lampredotto renziano a cibo non più solo
consumato dai fiorentini. Una giornata tremenda per la sinistra, e a
parte i problemi che Montella dovrà affrontare proprio su quella fascia
per arginare Cerci, peggio di quanto è successo ieri sarebbe solo il
ritorno di Montolivo. Il più grande franco tiratore della storia della
Fiorentina, come uno Scilipoti con l’aggravante della passata, per
fortuna ha già trattato il suo passaggio ad una corrente politica
diversa da quella col giglio, la maglia Viola sta bene solo a chi come
Borja Valero se ne è innamorato. E dopo un infame domani tornerà uno
stravagante ragazzo romano che come dice il vecchio “Ormezzano”, cuore
granata e giornalista antisportivo, è uno dei giocatori più essenziali
del panorama calcistico europeo, come Bale, la sua azione è
stenografica, è uno dei pochi che non dribbla ma si limita semplicemente
a buttare la palla in avanti e a fare a chi arriva prima a riprenderla,
uno che ti sfida in velocità. Il tema è chi se non Roncaglia può
mortificare quella tecnica da sprinter, un uomo di destra prestato alla
sinistra e che non sia Renzi può essere solo l’argentino. Certo sarebbe un
adattarsi, una sofisticazione tattica che potrebbe risultare
soprattutto giornalistica, una preoccupazione di piazza anche se non
arrivata fino a bruciare le tessere del tifoso come invece quelle del PD
davanti a Montecitorio. Cerci comunque vada non sarà il nuovo che
avanza, anche se molte veloce, noi abbiamo già un Renzi più scuro e più
colombiano, non è tempo di ritorni alla vecchia politica, quella per
intendersi dell’inciucio con lo zio Fester, abbiamo già rottamato per
fortuna quella squadra, Cerci ci sarà utile per fare mercato. Perché
questa è finalmente una squadra amata, fatta di persone che prima di
tutto rispettano la maglia, vere, e a proposito invece di chi “dietro
liceo e davanti museo”, di chi insomma vuol passare per quello che non
è, di chi ancora ci deve rivelare il segreto di Pulcinella, la Bice ieri
mi ha chiamato, tutta trafelata, parlando di facce di bronzo, tanto che
preso così alla sprovvista avevo capito che era trafilata al bronzo
come la pasta, e invece si riferiva alla sua ultima inchiesta, dove la
verità, quella delle famose dichiarazioni mai nate, o meglio ancora mai
uscite dalla lingua biforcuta della Branchini Band, l’aveva fatta
arrivare ad un laboratorio dove guarda caso si modificano gli organismi.
La bice mi ha raccontato una storia fatta di chi modifica la verità ad
uso e consumo, di chi è sofisticato anche nella cura maniacale della
propria persona, un metrosexual che a proposito di sofisticazioni della
verità, e di uso e consumo, compra la frutta non dall’ortolano come
tutti gli amanti sinceri del fine pasto, ma le sue verità nascono in
laboratorio . Dall’albero delle bugie.