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sabato 20 aprile 2013

Sofisticazione della verità

Tra i rossi a questo punto è mancato il solo Delio a dare le dimissioni, un Bersani un po’ più manesco, mentre quello spogliatoio di traditori non si discostava troppo da quello che ieri ha bruciato anche il “mortadella” per sdoganare il lampredotto renziano a cibo non più solo consumato dai fiorentini. Una giornata tremenda per la sinistra, e a parte i problemi che Montella dovrà affrontare proprio su quella fascia per arginare Cerci, peggio di quanto è successo ieri sarebbe solo il ritorno di Montolivo. Il più grande franco tiratore della storia della Fiorentina, come uno Scilipoti con l’aggravante della passata, per fortuna ha già trattato il suo passaggio ad una corrente politica diversa da quella col giglio, la maglia Viola sta bene solo a chi come Borja Valero se ne è innamorato. E dopo un infame domani tornerà uno stravagante ragazzo romano che come dice il vecchio “Ormezzano”, cuore granata e giornalista antisportivo, è uno dei giocatori più essenziali del panorama calcistico europeo, come Bale, la sua azione è stenografica, è uno dei pochi che non dribbla ma si limita semplicemente a buttare la palla in avanti e a fare a chi arriva prima a riprenderla, uno che ti sfida in velocità. Il tema è chi se non Roncaglia può mortificare quella tecnica da sprinter, un uomo di destra prestato alla sinistra e che non sia Renzi può essere solo l’argentino. Certo sarebbe un adattarsi, una sofisticazione tattica che potrebbe risultare soprattutto giornalistica, una preoccupazione di piazza anche se non arrivata fino a bruciare le tessere del tifoso come invece quelle del PD davanti a Montecitorio. Cerci comunque vada non sarà il nuovo che avanza, anche se molte veloce, noi abbiamo già un Renzi più scuro e più colombiano, non è tempo di ritorni alla vecchia politica, quella per intendersi dell’inciucio con lo zio Fester, abbiamo già rottamato per fortuna quella squadra, Cerci ci sarà utile per fare mercato. Perché questa è finalmente una squadra amata, fatta di persone che prima di tutto rispettano la maglia, vere, e a proposito invece di chi “dietro liceo e davanti museo”, di chi insomma vuol passare per quello che non è, di chi ancora ci deve rivelare il segreto di Pulcinella, la Bice ieri mi ha chiamato, tutta trafelata, parlando di facce di bronzo, tanto che preso così alla sprovvista avevo capito che era trafilata al bronzo come la pasta, e invece si riferiva alla sua ultima inchiesta, dove la verità, quella delle famose dichiarazioni mai nate, o meglio ancora mai uscite dalla lingua biforcuta della Branchini Band, l’aveva fatta arrivare ad un laboratorio dove guarda caso si modificano gli organismi. La bice mi ha raccontato una storia fatta di chi modifica la verità ad uso e consumo, di chi è sofisticato anche nella cura maniacale della propria persona, un metrosexual che a proposito di sofisticazioni della verità, e di uso e consumo, compra la frutta non dall’ortolano come tutti gli amanti sinceri del fine pasto, ma le sue verità nascono in laboratorio . Dall’albero delle bugie.