Dopo
il doveroso minuto di silenzio per i capelli di Boateng la partita ha
visto l’arbitro e il vento ritagliarsi un ruolo da veri protagonisti. E’
iniziata la giornata orribile di Ritagliavento che con la rituale
liturgia tipica del periodo dell’Avvento, s’inventa l’espulsione di
Tomovic di cui addirittura si vanta scommettendo una cena con Montella
all’inizio del secondo tempo. E Montella furioso è una rarità tale e
quale a un commento centrato del Gat o a uno di quelli che non siano
incentrati su Corvino, mentre Ranocchia proprio per consolidare la fama
del suo mentore blinda la difesa dell’Inter e tutto il resto è noia,
così tanto che il bolognese è venuto a noia anche a quelli del Resto del
Carlino che sono ormai alla rivolverata. Il gol del 4 a 4 mancato dal
difensore nerazzurro entra di diritto nel surrealismo meneghino del
periodo più menagramo. Giornata di merda anche per la Rai, che alla DS è
costretta a far vedere le immagini dei posticipi addirittura dopo che
Gigi Marzullo s’è fatto i gargarismi con uno dei suoi aforismi del cazzo
a notte fonda, solo servi delle milanesi, con Gene Gnocchi diventato di
gran lunga il più serio tutti. Chi sostiene che l’arbitro ha concesso
il rigore su Ljajic dopo aver verificato nell’intervallo di aver preso
una topica, non tiene conto proprio di quanto dichiarato da Montella in
merito alla scommessa fatta mentre rientravano in campo nella ripresa.
Tagliavento era convinto di aver agito correttamente perché è un
diversamente capace, per non dire un rapace della decisione fallace,
infilando una collana di perle nere senza precedenti, 104 punizioni a
favore di un Balotelli più svenevole di una sciantosa napoletana, episodi che hanno
fatto pensare forse ad una farsa se non fosse che da lì in poi la
Fiorentina è stata costretta a giocare in dieci. Una partita
completamente falsata da una manica d’incompetenti, d’inadatti, scarsi
come la credibilità di chi si arrampica con i metatarsi sugli specchi
per spiegarci che in Italia abbiamo la migliore classe arbitrale. Una
partita ingiudicabile proprio perché pesantemente viziata
dall’inadeguatezza di chi l’avrebbe dovuta semplicemente arbitrare e non
da chi invece è stato capace alla fine di sfigurarla con atti
vandalici. Giornata degli orrori che dopo l’irrangiungibile che si
staglialventodelridicolo vede Pizarro portabandiera di un corteo
compatto, con il Milan tutto schierato subito dietro incapace di gestire
un doppio vantaggio in superiorità numerica contro una squadra che
perde due giocatori per infortunio come Jovetic e Savic e che alla fine
gli sbatte in faccia addirittura un 58% di possesso palla, poi Galliani
& Co in tribuna ad alimentare invereconde gazzarre dopo aver già
abbondantemente deturpato la figura intramontabile del capotreno il
giorno prima indossando un cappello che non è di lattice e ne tantomeno
ritardante come invece si conviene a un glande dirigente come lui. Teste
di cazzo se n’erano viste tante a Firenze ma ieri in tribuna si è
cercato di raggiungere i livelli del baciccio nordcoreano. Mi è piaciuto
molto invece l’impatto con la partita di Compper e il ritorno impetuoso
del feroce Roncaglia, mentre di Aquilani esalta la sua robusta
inclinazione alla lotta puramente fisica, fino ad oggi tenuta nascosta,
che ha colpito e che mi porta a giudicarlo il migliore del reparto. Il
gol di Montolivo è una coltellata suturata poi con l’intervista dai toni
dimessi e fradici di delusione per aver buttato via la partita come
solo dei coglioni possano fare, ed è questo alla fine il vero motivo per
il quale l’hanno fatto capitano, visto come li rappresenta degnamente,
del resto è la Fiorentina quella che ha saputo mostrare le palle, perché
è la Fiorentina quella che ha messo il carattere sul piatto nel quale
il Milan stava sbucciando la mela con lo stesso coltello con il quale
Montolivo ci aveva pugnalato, ed è stata la Fiorentina quella capace di
metterglielo nelle mele agguantando un pareggio sacrosanto, perché la
differenza come sempre la fanno gli uomini. La Fiorentina ha saputo
buttare il cuore oltre l’ostacolo, il Milan è composto da uomini che si
limitano ad alzare le asticelle.