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mercoledì 3 aprile 2013

Il saggio di danza non è tra quelli di Napolitano

E a proposito di saggezza, tanto per riprendere l’argomento di ieri rimasto inespresso proprio mentre parlavamo “dell’espresso sospeso”, un caffè non tanto Napolitano quanto invece quello con l’aroma tipico di una certa umanità napoletana probabilmente scomparsa, e per questo forse oggi un rito da scremare attentamente nella Napoli dell’euro, ma che ci serve ancora per precisare quanto sia saggia la donna che Napolitano non ha neanche inserito nella lista Uefa. E chi guardando Larrondo ha pensato anche solo per un attimo a Van Basten, allora può pensare a ragion veduta anche ad una donna Presidente della Repubblica. E sicuramente la saggezza femminile va misurata non solo in quelle canoniche 60-90-60, e non va solo palpata, va saggiata con strumenti idonei che non siano il solo testosterone, e lo strumento primo tra tutti è proprio la partita della Fiorentina. Intanto la foto ci mostra come la donna veramente saggia sia quella in grado di armonizzarsi con l’ambiente che la circonda, mi sorprende invece che tra i saggi di Napolitano non ci sia il sindaco di una cittadina della Gerogia, non tanto per la decisione di combattere i crimini obbligando ogni nucleo familiare al possedimento di un’arma da fuoco, quanto per la decisione di non prevedere poi alcuna conseguenza penale per quelle famiglie che hanno deciso comunque di non comprarne. Ma torniamo alle nostre donne che per essere considerate veramente sagge, sabato all’ora di pranzo dovranno evitare affermazioni apparentemente innocue dette magari con leggerezza e senza cattive intenzioni. La donna saggia per esempio non chiederà mai spiegazioni sul fuorigioco perché tanto si vede benissimo che non gliene importa una sega, e poi proprio a seguito di una domanda già di per se inaccettabile potrebbe scatenare una sequenza inarrestabile di ulteriori domande proprio mentre l’azione della Fiorentina entre nel vivo. La visione della partita non prevede conversazioni a carattere regolamentare. O meglio non prevede proprio nessun dialogo. Chiedere l’identità di un giocatore è poi da incoscienti, perché presuppone ignoranza in materia, e oltretutto tradisce un disinteresse palese che si trasforma in interesse per la materia umana in pantaloncini, che nel troglodita mondo di un certo tipo di tifo potrebbe addirittura innescare pericolose derive di gelosia. E infine, dopo la rabbia di una sconfitta, o dopo la perdita di un campionato sul filo di lana di un maglione fatto ai ferri proprio da lei, o più semplicemente e meno drammaticamente anche dopo solo l’ammonizione del top player che fa scattare la squalifica per la partita successiva contro la Juve, la frase più ripugnante, quella da non pronunciare mai nemmeno in procinto di morte è “in fondo è solo un gioco”, perché lo sguardo può diventare assassino e la saggezza presente nella stanza evaporare velocemente come l’aroma del “caffè sospeso”, per arrivare fino all’odio puro in men che non si dica, ed è proprio da questo setaccio che passa la certificazione di saggezza femminile. Ma chi è saggia veramente fino in fondo, andrà persino oltre, evitando non solo di avventurarsi in terreni così minati, ma lascerà il suo spazio addirittura ad una bionda senz'altro più congeniale di lei, una compagnia più adatta della sua, e tutto per il bene della famiglia. Naturalmente una Moretti. Scelta saggia e ghiacciata.