Un
Batistuta che gira per Firenze così poco disponibile non è una bella
cosa, per di più insieme alla sua Irina che per noi fa tanto Supercoppa
italiana, mi è sembrato svagato, come se avesse dimenticato la storia,
oppure la storia la conosce benissimo e allora quale occasione migliore
del 25 aprile per liberarsi di noi. No, non ci voglio credere, è come
quando devi preparare una ricetta, apri il frigorifero e ti manca uno
degli ingredienti base, Bati s’è dimenticato il passato, ma non quello
di pomodoro, allora mi verrebbe voglia di perdere anch’io la memoria e
gridare alla tele, in camera, “non te amo più”. Sarà il pesce che
mangio, sarà che tendo geneticamente a non sversare certe emozioni dalla
scatola nera dei ricordi, e così mi tocca continuare ad amarlo pur
davanti a quella mancanza di sensibilità verso la sua città, forse il
bomber ha fatto ponte con certi suoi ricordi, e io che lo faccio oggi, di lui però non dimentico. E’ scappato via come un ladro, rasente ai
muri, come se ci avesse rubato l’affetto, un po’ imbiancato, è mancato
un ingrediente base in questo nuovo incontro, Batistuta ha sbagliato un
gol facile, di quelli a porta vuota, bastava appoggiarla dentro, come si
dice quando i grandi giocatori invecchiano, che comunque il senso del
gol non lo perdono mai, a lui no, evidentemente a lui non è rimasto, non
gli è rimasto niente attaccato addosso? E’ Possibile? E’ possibile che
scivoli in città con tutta quella indifferenza, che abbia trattato come
un fastidio quello che invece è grandissimo affetto, ma siccome
l’assassino torna sempre sul luogo del delitto, voglio pensare che sia
stato solo un momento, un crampo dopo tanto tempo che non tornava a
giocare a Firenze, la tensione e l’emozione a volte giocano brutti
scherzi anche a chi è abituato a saperle gestire, non sono convinto che
Bati abbia avuto un crampo, ma da innamorato ferito tendo a credere
quello che mi fa meno male. Un Batistuta in maschera, è come se avesse
avuto la testa a un carnevale famoso, scappato via dall’affetto della
sua gente come un Edmundo qualsiasi, si, è mancato il sapore di un
ingrediente base a questo piatto per l’ospite inaspettato, caro Bati è
mancato quel sapore che non hai saputo mettere te a questo nostro
incontro, come se l’Arno non scorresse più sotto i ponti, oppure se al
nostro campetto ci chiudessero la porta San Frediano. No, non è un modo
di dire trito e ritrito, il tuo incontro ci ha deluso un po’ perché non
si può fare un trito che si rispetti senza avere cipolla, sedano e
carote, e dal campo dove coltiviamo i nostri sentimenti, questa volta ce
lo mettiamo noi per te, e così raccolgo le carote che non possono mai
mancare e che amo anche perché ti colorano la vita, ma la prossima volta
portati dietro tutti gli ingredienti.