Un
Italia opaca davanti a una Croazia invece trasparente di
sopravvalutazione, la squadra di Prandelli nasconde il proprio gioco
dentro a una supremazia amorfa, e lo nasconde così bene che lo
perde cercando di ritrovarlo poi dentro a cortine di equilibrio
fumogeno, arrancando nella perfetta applicazione del compito
assegnato. La squadra è unita e preparata tatticamente, pronta
cioè a ingoiare il cianuro celato dentro l'anello nel caso
fosse stata tradita da una manovra piacevole o da un gol di un
Balotelli invece sempre in surplace come Brumotti, sempre in procinto
di esplodere, e lasciandoci alla fine perennemente in attesa di colpi
non più acerbi. Un attacco costruito anche con la sabbia della
cava di Cassano, che se non se la cava a parlare di omofobia non fa
molto meglio in campo quando deve dare del tu al gol, ma visto che
Pirlo aggira quelle difficoltà e la barriera sfruttando un
calcio da fermo, di fatto tradendo l'asfissia della manovra, ci pensa Giaccherini fatto giocare basso come se non lo fosse abbastanza di
suo, a servire il cianuro tattico prandelliano alla partita per avvelenarne il gioco e salvare così i segreti di un calcio
non più burocrato ma acrobato, un calcio cioè alla
perenne ricerca degli equilibri sul filo di una manovra che
evidentemente non prevede più una punta o una fase offensiva
maschia, ma che prevede in rosa almeno due gay e tre metrosexual in abbigliamento intimo rosa. Il biscotto che viene paventato non sta
in piedi come anche molti dei nostri giocatori dopo solo sessanta
minuti, perché un due a due non può essere costruito
tanto facilmente specie se c'è la Spagna campione in ballo,
che gioca solo per vincere e che ci consentirà di passare il
turno, dopodiché Prandelli dovrà cercare di vincerne
almeno una delle scommesse sulle quali ha puntato, per evitare il
fallimento della spedizione, nella speranza che non ci sia di mezzo
il tabaccaio di Buffon, sarebbe un peccato mortale uscire dalla
competizione con una squadra che ha comunque dimostrato di essere
viva, speriamo sia sufficiente rimettere qualche giocatore nel suo
ruolo e salire di condizione. E intanto per non sapere ne leggere e
ne scrivere mi sono divertito a vedere la Spagna, dimostrando così
la mia grande duttilità e flessibilità nel farmi
piacere le squadre divertenti e quelle pallose, nel farmi piacere
allo stesso modo giocatori come Iniesta e come Montolivo, insomma si
sarà capito che questo è un blog da Del Bosque e da
Rivera.