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venerdì 22 giugno 2012

Non ci sono più le mezze stagioni (solo le mezzeseghe quando entrano Giovinco e Di Natale)


Il mondo cambia e per il traffico di trasformazioni che lo stravolge, usa il cambio automatico evitando in parte la frizione con chi invece fa resistenza ai mutamenti, mi viene in mente il nostro peruviano che dimostra come le teste di cazzo ci siano sempre state, e che quelle non cambiano mai, comunque insieme al mondo ci prova anche il calcio ad evolversi, anche se non ancora al punto di inserire la tecnologia, un pianeta questo un tempo in mano a famiglie come i Cecchi Gori, oggi entrato nell’era dei Cecchi Gori in Paone, grazie al pavone che fuoriesce vanitoso da ognuno dei suoi protagonisti, regale come un cigno anche se in molti casi non ha la stessa classe di quello di Utrecht, se si pensa alla volgarità di tatuaggi come quelli di un Boateng 747 che atterra pesantemente sul concetto di buongusto, o di un Lavezzi che tra frizzi e lazzi se ne è andato a Parigi lasciando il calcio italiano in mano alle sentenze di Palazzi. Il giocatore oggi, sulla scorta di una nuova immagine assegnata all’uomo del terzo millennio, fa la ruota e non di scorta, ma si cura in maniera maniacale vigilando quando scende troppo la notte della trasandatezza su colleghi rozzi e pelosi, e allora entrano in scena loro negli spogliatoi, istituendo servizi di vigilanza che un tempo erano di competenza dei metronotte mentre oggi sono appannaggio esclusivo dei metrosexual. E mentre i presidenti dilapidano, loro si depilano, preparando le polpe muscolose e gli avambracci a stesure di colore e tribali da mostrare alle telecamere, insieme a qualche arabona qua e là, che non è una islamica sovrappeso sedotta e abbandonata nel tunnel degli spogliatoi, e chi non ha la giochessa nelle corde si tatua sul viso espressioni dure come quella di Gattuso, mentre al povero Cerci che aveva scelto l’immagine vincente di Cristiano Ronaldo, hanno sbagliato soggetto e tatuato quella di Verdone quando fa Mimmo. Passate, fermagli, tagli studiati nella galleria del vento, scarpe colorate che si vedono dal satellite al pari della Grande Muraglia, e difese una volta muraglia, oggi invece sderenate dalla scomparsa della marcatura a uomo tanto cara a Cecchi Paone. In tutto questo Grande Fratello multietnico la Nazionale Azzurra più multirazziale della sua storia presenta anche un giocatore di colore, e il calcio va incontro a questa modernizzazione cambiando le regole, e quando Balotelli gioca in coppia con Cassano, l’Uefa sostituisce gli assistenti di linea con gli assistenti sociali, una convenzione strappata con il buon ufficio di Don Gnocchi. Cambia tutto e cambiano anche i modi dire “piove governo ladro” è diventato anacronistico solo per il fatto che piove sempre meno, dire “mi fai venire il latte alle ginocchia” va incontro da una parte alla problematica delle quote latte che affligge gli allevatori con multe superiori a quelle inflitte alle società per il lancio dei fumogeni in campo, e dall’altra è un modo di dire che avendo un ampio spettro di applicazioni va rivisto caso per caso, nel mondo del calcio e in particolar modo utilizzato in relazione alle conferenze stampa, ha sicuramente bisogno di essere aggiornato alzando di non poco il livello, perché “alle ginocchia” almeno che non si parli di Watussi, non rende sufficientemente bene la pallosità della situazione che va a descrivere. Per esempio, una conferenza stampa di Prandelli per poter andare in onda va prima impermeabilizzata per via di quanto latte alta qualità esonda, e infatti dopo la vittoria con l’Irlanda, la foto mostra le condizioni della sala stampa, l’auto è invece quella di Montolivo che all’Europeo è venuto solo a fare una girata, e così sfrutta il pass della Federazione per posteggiare a ridosso dell’uscita.