La
partita di stasera è da considerare tra quelle surrealiste, dopo le prime due
invece, più vicine al cubismo, o meglio, alla cubista utilizzata nel ritiro
azzurro da Cassano per cercare di stanare i due gay, e al futurismo nero dell'orizzonte
croato, ben rappresentato dal cielo nuvoloso che non sembra promettere niente
di buono. La partita si può leggere attraverso il quadro di Magritte che ha
incentrato il suo stile su una tecnica raffinatissima, come le esternazioni di
Cassano sui metrosexual, basata sul tromp l'oeil, una tecnica pittorica che
induce nell'osservatore l'illusione di stare guardando oggetti reali e
tridimensionali in realtà dipinti su una superficie bidimensionale, come dire
che ci sembra di veder giocare bene a calcio e di avere delle punte vere, che
sono invece pia illusione, sono il Pio Albergo Trivulzio delle nostre speranze
europee, e che alla fine rimangono solo nel disegno tattico bidimensionale di
un surrealismo che Cesare Prandelli esalta in conferenza stampa e soprattutto
quando parla ancora di Fiorentina. Renè Magritte detto anche le saboteur
tranquille per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la
rappresentazione del reale stesso, come lo stesso popolo italico molto dubbioso
circa un eventuale biscotto. L'intenzione del maestro del Surrealismo,
considerato solo meno efficace dell'altro grandissimo, il Berlusca, che vediamo
infatti sorridere per averci preso Montolivo a costo zero, e Magritte
simboleggia questa operazione di mercato con un frutto al posto del volto
dell'ex Viola, un'operazione questa però affatto surrealista, ma vicinissima
invece alla cronaca nera di una rapina, di come cioè, e qui il senso della
mela, ce l'hanno messo bene bene nelle mele, e allo stesso tempo come anche il
giocatore abbia dimostrato di avere la faccia come il culo, l'intenzione del
maestro, è comunque quella di alludere a tutto come mistero e non definirlo.
Come anche a Palazzo Grazioli è stato tutto un gran mistero, anzi un segreto di
Pulcinella, quel grande viavai di mogli di ministri “e facci vedere il tuo
ministero” gli gridava allora Silvio solo per puntiglio, in una sorta di
controllo accessi anziché biometrico, biologico, in un alludere di orge, come
di quelle prandelliane, un chi capita capita di gioco spumeggiante, mentre
Magritte ci vuole dire che il gioco mostrato dalla nostra Nazionale ricorda al
massimo una spuma al cedro, e come tutte le cose troppo gassate, non riesce a togliere
la sete di calcio che ci ritroviamo. Gli abiti scuri di uomini composti che non
si distinguono, sono invece la grigia quotidianità che rappresentano l'ordine
tattico e gli equilibri maniacali di un Prandelli rappresentato dalla scarna
essenzialità del muretto tipico bresciano. Il mare vuole rappresentare invece
quello di cacca nel quale potremo finire nel caso di un due a due tra Spagna e
Croazia, che il Maestro ci mostra come un risultato ritenuto appunto surreale,
e il fatto che lo collochi sullo sfondo, sta a dimostrare una cultura del
sospetto diffusa come il mare che ci circonda il nostro amato Paese. Magritte
illusionista quindi come il Berlusca, ma anche come Prandelli e come Della
Valle? Gli uomini con la bombetta in testa e il cappotto scuro, sono
prigionieri delle convenzioni, omologati come gli azzurri dentro a equilibri
esasperati, mentre la pittura di Magritte vola nella dimensione della libertà e
del sogno, e qui incontra lo splendido mondo senza limiti della fantasia dei
bambini, che alla fine è tale e quale a quella dei tifosi che sognano i successi
della propria squadra, e in questo caso anche un Italia divertente, ma non
essendo più bambini e nemmeno tanto sicuri di divertirsi, intanto si mettono
avanti facendo le corna a Berlusconi che c'entra sempre, come i Della Valle del
resto, e a tutti i potenti tanto per ribadire che esiste uno zoccolo duro che
esprime invidia sociale a prescindere, poi a Montolivo, e già che ci siamo
anche a un eventuale biscotto.