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lunedì 18 giugno 2012

Figure Magritte


La partita di stasera è da considerare tra quelle surrealiste, dopo le prime due invece, più vicine al cubismo, o meglio, alla cubista utilizzata nel ritiro azzurro da Cassano per cercare di stanare i due gay, e al futurismo nero dell'orizzonte croato, ben rappresentato dal cielo nuvoloso che non sembra promettere niente di buono. La partita si può leggere attraverso il quadro di Magritte che ha incentrato il suo stile su una tecnica raffinatissima, come le esternazioni di Cassano sui metrosexual, basata sul tromp l'oeil, una tecnica pittorica che induce nell'osservatore l'illusione di stare guardando oggetti reali e tridimensionali in realtà dipinti su una superficie bidimensionale, come dire che ci sembra di veder giocare bene a calcio e di avere delle punte vere, che sono invece pia illusione, sono il Pio Albergo Trivulzio delle nostre speranze europee, e che alla fine rimangono solo nel disegno tattico bidimensionale di un surrealismo che Cesare Prandelli esalta in conferenza stampa e soprattutto quando parla ancora di Fiorentina. Renè Magritte detto anche le saboteur tranquille per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, come lo stesso popolo italico molto dubbioso circa un eventuale biscotto. L'intenzione del maestro del Surrealismo, considerato solo meno efficace dell'altro grandissimo, il Berlusca, che vediamo infatti sorridere per averci preso Montolivo a costo zero, e Magritte simboleggia questa operazione di mercato con un frutto al posto del volto dell'ex Viola, un'operazione questa però affatto surrealista, ma vicinissima invece alla cronaca nera di una rapina, di come cioè, e qui il senso della mela, ce l'hanno messo bene bene nelle mele, e allo stesso tempo come anche il giocatore abbia dimostrato di avere la faccia come il culo, l'intenzione del maestro, è comunque quella di alludere a tutto come mistero e non definirlo. Come anche a Palazzo Grazioli è stato tutto un gran mistero, anzi un segreto di Pulcinella, quel grande viavai di mogli di ministri “e facci vedere il tuo ministero” gli gridava allora Silvio solo per puntiglio, in una sorta di controllo accessi anziché biometrico, biologico, in un alludere di orge, come di quelle prandelliane, un chi capita capita di gioco spumeggiante, mentre Magritte ci vuole dire che il gioco mostrato dalla nostra Nazionale ricorda al massimo una spuma al cedro, e come tutte le cose troppo gassate, non riesce a togliere la sete di calcio che ci ritroviamo. Gli abiti scuri di uomini composti che non si distinguono, sono invece la grigia quotidianità che rappresentano l'ordine tattico e gli equilibri maniacali di un Prandelli rappresentato dalla scarna essenzialità del muretto tipico bresciano. Il mare vuole rappresentare invece quello di cacca nel quale potremo finire nel caso di un due a due tra Spagna e Croazia, che il Maestro ci mostra come un risultato ritenuto appunto surreale, e il fatto che lo collochi sullo sfondo, sta a dimostrare una cultura del sospetto diffusa come il mare che ci circonda il nostro amato Paese. Magritte illusionista quindi come il Berlusca, ma anche come Prandelli e come Della Valle? Gli uomini con la bombetta in testa e il cappotto scuro, sono prigionieri delle convenzioni, omologati come gli azzurri dentro a equilibri esasperati, mentre la pittura di Magritte vola nella dimensione della libertà e del sogno, e qui incontra lo splendido mondo senza limiti della fantasia dei bambini, che alla fine è tale e quale a quella dei tifosi che sognano i successi della propria squadra, e in questo caso anche un Italia divertente, ma non essendo più bambini e nemmeno tanto sicuri di divertirsi, intanto si mettono avanti facendo le corna a Berlusconi che c'entra sempre, come i Della Valle del resto, e a tutti i potenti tanto per ribadire che esiste uno zoccolo duro che esprime invidia sociale a prescindere, poi a Montolivo, e già che ci siamo anche a un eventuale biscotto.