A
seguito di una punizione divina, e qua non c'entra niente Cristiano
Ronaldo o qualsiasi altro cristiano che sappia battere divinamente le
punizioni, Narciso si innamora della sua stessa immagine proiettata
sul megaschermo dello stadio, lasciandosi morire a terra simulando
un fallo, una volta resosi conto dell'impossibilità di
recuperare una palla ormai persa. Oggi che gli europei sono
cominciati, va ricordato che la vittoria della Grecia nel 2004
avvenne proprio grazie alle versione ellenica, nella quale Narciso
contemplando la fonte della sua bellezza che risiedeva a centrocampo,
restò incantato dalla sua stessa immagine riflessa, e grazie a
quei riflessi riuscì poi a battere la Francia e il Portogallo,
fino a morire dalla disperazione nel luglio 2006 quando la Fifa senza
nessuna paura, sospese la Nazionale di Narciso dal calcio
internazionale con effetto immediato, accusando la Federazione di non
essere sufficientemente indipendente in materia decisionale dal
governo greco. A Roma invece si racconta che una volta esordito in
serie A a 16 anni come Rivera, Narciso respinse di testa le avance di
Eco, una ninfa, paraninfa o paracula che ripeteva a pappagallo le
ultime parole di ciò che le veniva detto, un po' come Cassano,
e che per questo motivo trascorse il resto della vita in valli
solitarie a ripetere tutto quello che veniva proposto da fave di
passaggio, mentre nella partita dell'Olimpico, un temporale
improvviso fece si che narciso si innamorò della sua immagine
riflessa in una pozza, senza rendersi conto che era se stesso, fino a
quando Totti non gli fece presente che era meglio Ilary, allora si
lasciò morire struggendosi per l'ennesimo dribbling sbagliato
di Menez. Nella versione Pausania invece, e penso che si riferisca
proprio a quella di Tempio Pausania visto come si ritiene poco
credibile che uno come Virdis non riconosca quanto sia comunque
brutta la sua immagine anche se riflessa, e quindi si parla di
gemelli come i Filippini e non di immagini riflesse, che si
innamorarono l'uno dell'altro e poi morirono stremati entrambi dalla
fatica a forza di rincorrere gli avversari. Mi piace ricordare come
il mito di Narciso fu fonte di ispirazione anche per gli artisti, da
Dalì con ”Metamorfosi di Narciso" riferita a quella che
dovrebbe mettere in atto Cerci per diventare un giocatore di calcio,
a Turner, visto che con lui prese campo il termine turnover dopo gli
impegni di coppa, in letteratura Oscar Damiani Wilde, e il romanzo
più famoso di Galliani pubblicato con lo pseudonimo Stendhal,
“il rosso e il nero”, poi Herman Hesse procuratore di Klose della
Lazio, e Paulo Coelho che nell'alchimista fa preciso riferimento agli
schemi tattici mai visti di Delio Rossi. Tutto questo mi è
venuto in mente ieri guardando Germania-Portogallo, con Cristiano
Ronaldo in cerca dell'inquadratura sul maxischermo addirittura mentre
si sistemava in barriera durante una punizione, ormai è sempre
più tutto un guardarsi, giocatori sempre più attori,
tagli di capelli, tatuaggi, abbronzature, tutto studiato per quella
voglia di apparire che ha ormai superato anche quella di giocare, e
la stessa cosa succede per i tifosi che tra apparizioni
radiotelevisive, e con l'aiuto di contestazioni a bischero sciolto,
dimostrano quanto sia diventato più importante apparire che
tifare. L'idea allora è quella di sfruttare un precedente di
successo, avendo la fortuna di raccontare la passione per la squadra
e la città di Firenze, suggerisco quindi di girare il sequel
di “Camera con vista”, dando così vita a un film che
racconti del narcisismo che regna oggi nel calcio, girando il nuovissimo
“Telecamera con vista”.