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domenica 10 giugno 2012

Narciso


A seguito di una punizione divina, e qua non c'entra niente Cristiano Ronaldo o qualsiasi altro cristiano che sappia battere divinamente le punizioni, Narciso si innamora della sua stessa immagine proiettata sul megaschermo dello stadio, lasciandosi morire a terra simulando un fallo, una volta resosi conto dell'impossibilità di recuperare una palla ormai persa. Oggi che gli europei sono cominciati, va ricordato che la vittoria della Grecia nel 2004 avvenne proprio grazie alle versione ellenica, nella quale Narciso contemplando la fonte della sua bellezza che risiedeva a centrocampo, restò incantato dalla sua stessa immagine riflessa, e grazie a quei riflessi riuscì poi a battere la Francia e il Portogallo, fino a morire dalla disperazione nel luglio 2006 quando la Fifa senza nessuna paura, sospese la Nazionale di Narciso dal calcio internazionale con effetto immediato, accusando la Federazione di non essere sufficientemente indipendente in materia decisionale dal governo greco. A Roma invece si racconta che una volta esordito in serie A a 16 anni come Rivera, Narciso respinse di testa le avance di Eco, una ninfa, paraninfa o paracula che ripeteva a pappagallo le ultime parole di ciò che le veniva detto, un po' come Cassano, e che per questo motivo trascorse il resto della vita in valli solitarie a ripetere tutto quello che veniva proposto da fave di passaggio, mentre nella partita dell'Olimpico, un temporale improvviso fece si che narciso si innamorò della sua immagine riflessa in una pozza, senza rendersi conto che era se stesso, fino a quando Totti non gli fece presente che era meglio Ilary, allora si lasciò morire struggendosi per l'ennesimo dribbling sbagliato di Menez. Nella versione Pausania invece, e penso che si riferisca proprio a quella di Tempio Pausania visto come si ritiene poco credibile che uno come Virdis non riconosca quanto sia comunque brutta la sua immagine anche se riflessa, e quindi si parla di gemelli come i Filippini e non di immagini riflesse, che si innamorarono l'uno dell'altro e poi morirono stremati entrambi dalla fatica a forza di rincorrere gli avversari. Mi piace ricordare come il mito di Narciso fu fonte di ispirazione anche per gli artisti, da Dalì con ”Metamorfosi di Narciso" riferita a quella che dovrebbe mettere in atto Cerci per diventare un giocatore di calcio, a Turner, visto che con lui prese campo il termine turnover dopo gli impegni di coppa, in letteratura Oscar Damiani Wilde, e il romanzo più famoso di Galliani pubblicato con lo pseudonimo Stendhal, “il rosso e il nero”, poi Herman Hesse procuratore di Klose della Lazio, e Paulo Coelho che nell'alchimista fa preciso riferimento agli schemi tattici mai visti di Delio Rossi. Tutto questo mi è venuto in mente ieri guardando Germania-Portogallo, con Cristiano Ronaldo in cerca dell'inquadratura sul maxischermo addirittura mentre si sistemava in barriera durante una punizione, ormai è sempre più tutto un guardarsi, giocatori sempre più attori, tagli di capelli, tatuaggi, abbronzature, tutto studiato per quella voglia di apparire che ha ormai superato anche quella di giocare, e la stessa cosa succede per i tifosi che tra apparizioni radiotelevisive, e con l'aiuto di contestazioni a bischero sciolto, dimostrano quanto sia diventato più importante apparire che tifare. L'idea allora è quella di sfruttare un precedente di successo, avendo la fortuna di raccontare la passione per la squadra e la città di Firenze, suggerisco quindi di girare il sequel di “Camera con vista”, dando così vita a un film che racconti del narcisismo che regna oggi nel calcio, girando il nuovissimo “Telecamera con vista”.