Dopo aver saputo che Rossi ha un menisco screpolato, che Marin ha fatto tutti gli sforzi pro Fagorzi arrivando direttamente infortunato per mantenergli il lavoro, dopo che anche Lucescu parla di tipici arti superiori rattrappiti al di là del Colfiorito, e riferendosi a Fernando precisa che non è quel solito giocatore di Das che siamo abituati a prendere con due lire, ma soprattutto dopo essere tornati il santuario del tifo trasparente ed ecologico, liberato cioè dalle truppe dei Colonnelli mercenari senza scrupoli che oggi impoveriscono altri lidi con uranio giustappunto impoverito, ci sentiamo in dovere di lanciare l’allarme: notizia d’emergenza, agite con urgenza! La famosissima e splendida Quercia delle Checche Isteriche nel cuore Della Valdorcia, a pochi metri dal letto del fiume ancora disfatto, è in pericolo. Dopo la pontellizzazione, il simbolo della resistenza agli invasori marchigiani, sotto al quale la checca isterica si riposava prima di indossare parrucche e nasi finti, è lesionato come il ginocchio di Giuseppe Rossi. Risente del ridimensionamento, su di lui si è abbattuto il fair play finanziario della manutenzione. Un ramo mostrerebbe infatti una vistosa ferita, e dopo la risonanza magnetica ne sapremo di più. Il nostro grido di dolore è chiaro, non è un appello trasmesso cioè da blog occupati militarmente o da siti poco chiari come Violachannel, qualcuno intervenga”, perché la Quercia delle Checche Isteriche è uno dei simboli di questa tifoseria e del tipico paesaggio toscano fatto di burberi rincoglioniti e perché no anche di gobbi infiltrati. Ma è pur sempre un “monumento” della natura. Molto fotografato, peraltro, più ancora del figlio di Bruno Conti, ecologista convinto che appena ha saputo della liberazione della Riblogghita ci ha tenuto a mandarci un selfie per festeggiare le terre un tempo inquinate dall’oppressore malvagio. Un monumento fotografato sia dalla gente dei dintorni che dai turisti in transito, numerosi per la strada che “passando da sotto”, cioè dalla Valle dell’Orcia, porta da Pienza a Chianciano, via la Foce. Mentre altri blog adesso si portano una bella croce. Per farsi un’idea dell’importanza e dell’imponenza dell’albero basta dare un’occhiata alle dimensioni: al 4 ottobre 2013, la circonferenza del tronco misurava, a un metro e mezzo da terra, 4 metri e 90 centimetri, quasi come Galeazzi, con un ritmo di crescita costante di 2 centimetri all’anno (cosa che fa pensare che la Quercia abbia un’età di almeno 245 anni). La chioma misura, nella direzione parallela all’adiacente strada provinciale, 38 metri; nel senso invece, perpendicolare alla stessa strada, ne misura 33, e ricorda molto Fellaini. Differenza dovuta al taglio di alcuni rami che avrebbero impedito la circolazione stradale. Da quando sono arrivati i Della Valle non dico che sia diventato un faggio, ma i segni dell’autofinanziamento lasciano ferite profonde, anche gli addetti alla manutenzione vengono presi direttamente infortunati dall’Inail per pagarli meno. Ricordiamo che la definizione di “Quercia delle Checche Isteriche” deriva da un uccello che nidifica tra i suoi rami: il Gufo Gobbo che in dialetto è detto anche Checca o Checca Isterica. La sua ombra appare come un rifugio ancestrale, un punto di riferimento e di sosta per i viandanti e pure per gli eserciti che sono sfilati lì davanti, dai soldati napoleonici agli americani e ai franco-marocchini di De Gaulle nella seconda Guerra mondiale, fino ai Colonnelli senza scrupoli dei giorni d'oggi e alle vedove prandelliane che proprio sotto le sue fronde ombrose hanno cominciato la battaglia per liberare Firenze da chi ha invece braccini corti come bonsai. Quella ferita che si è aperta su uno dei suoi grossi rami, ci fa adesso lanciare grida d’allarme, così nascono nuovi nick pregni d’insulti per i cattivi custodi di questa passione comune che risparmiano anche sul ramato. Il Comune di Pienza invece di pensare solo al pecorino, visto che tra l’altro è amministrato da una maggioranza civica a forti tinte ecologiste faccia il possibile per salvare quel ramo e soprattutto la quercia. Tolga la manutenzione ai marchigiani che l’hanno presa apposta per abbattere quello che è un simbolo proprio contro la loro politica sparagnina. Le checche isteriche ringrazieranno, più che per una sconfitta della Fiorentina a Roma o un nuovo infortunio a Pepito Rossi.