Squadra titubante più che brillante, almeno nel primo tempo dove il 70% di possesso palla Roma produce di fatto solo il gol di Nainggolan lanciato negli infiniti spazi australiani. Poi solo tiri da fuori area ma senza che Neto si debba affannare più di tanto. Sbaglia Montella a proporre l’uomo venuto da lontano, che bene aveva figurato nel precampionato dimostrando qualità che ci potranno tornare utili più avanti, ma che evidentemente non è ancora pronto, specie all’esordio, e su un campo difficile come quello della squadra più forte insieme alla Juve. E’ vero anche che alla Fiorentina mancavano Rossi e Cuadrado, che Pizarro giocava condizionato dall’infortunio e che Aquilani era in panchina condizionato dalle scelte dell’allenatore. Sta di fatto che nel primo tempo si è vista la Fiorentina meno montelliana di sempre, con un centrocampo decisamente in difficoltà, e se di Pizarro e Brillante è già stato detto, di Borja Valero posso dire che è sembrato leggero come un aeroplanino di balza in balia del riscontro generato dal pressing giallorosso. Ripresa migliore nella quale il possesso palla della Roma si abbassa al 56%, e dove la Fiorentina confeziona un paio di occasioni niente male per pareggiare, fino a riprendere gol nella stessa identica maniera, anche se questa volta a perdere palla per ci pensa Pizarro. Poi Montella sbaglia anche la sostituzione di Babacar vicinissimo al gol solo pochi minuti prima, Vargas no e Tomovic no, contribuiscono alla giornata no di tutta la squadra, che non lascia una buona impressione di se. Ma come avevo anticipato ieri, non cambio la mia opinione sul fatto che la Fiorentina potrà essere una delle protagoniste del campionato, ha iniziato male, ha deluso insieme al suo allenatore, ma rimango comunque fiducioso, la squadra è forte e lo dimostrerà. E mentre mi stavo immalinconendo nel cercare di trasmettere messaggi positivi, tra la posta che mi arriva in privato, questa volta anche una segnalazione dura, molto cruda, di quelle che dietro al freddo mondo dei numeri ci racconta il dramma di chi predica la qualità ma poi tradisce un grande bisogno di quantità. Riporto il grido di dolore di Lud sul suo blog: “Alle 18,30 Pollock era in vantaggio soltanto di un post. A quel punto ha incominciato a postare Cuccureddu e la forbice si è di nuovo allungata. Antonello, potevi restare in Sardegna qualche giorno di più”. E così la San Frediano della generosità si è subito mobilitata in favore dell’amico in difficoltà, per l’occasione e solo per fare della beneficenza si è riunita la banda degli scippatori. Il matematico, il tattico e il Bambi detto Sollicciano, si sono messi intorno a un tavolo per studiare il da farsi. Il matematico che all’epoca aveva il compito di dividere in parti uguali il bottino ha fatto un’analisi della situazione mettendo poi il tattico nella condizione di disegnare la strategia. Insomma, solo ieri sui 46 commenti del suo blog ben 22 se li è scritti da solo. Questo il primo dato saliente. Ovvero quasi il 50%. Non certo come me che sui 139 sempre di ieri ne ho scritti la miseria di 4 che è meno del 5%, e che poi vedremo sarà una percentuale che mi inchioderà non consentendomi gli stessi margini di miglioramento di Lud. Per ragionare su un periodo di tempo più lungo il matematico ha calcolato il gap settimanale in modo da fare una statistica più credibile, e subito sono sembrati molto fiduciosi. Il blog di Lud ha raccolto 113 commenti scrivendone personalmente la bellezza di oltre 50, contro i miei 1095 con bene o male lo stesso numero d’interventi personali. E allora è sceso in campo il tattico con la soluzione, il blog di Lud può crescere moltissimo mentre il mio no, questo è stato il verdetto, come? La soluzione è scritta proprio nel numero dei commenti che si manda da solo. Basta solo che se ne mandi molti di più e il gioco è fatto. Io invece me ne mando troppi pochi per avere quel margine di crescita. E visto che erano a fare della beneficenza ha calcolato anche lo sforzo in termini di tempo necessario a Lud per ridurre definitivamente il gap, secondo il tattico sarebbe sufficiente che si impegnasse a scriversi commenti per tre ore e un quarto. Semplicemente il tempo di un film, tre docce e una passeggiata in meno alla settimana. Numeri decisamente più interessanti di quelli della partita di ieri all’Olimpico. Numeri di speranza.