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mercoledì 13 agosto 2014

I transumanti

Nella settimana di Ferragosto saluto volentieri i nuovi villeggianti, i fedelissimi, ma anche i transumanti che fanno spola con la spiaggia libera di cambiare nick. E già che ci siamo rimpiangiamo, perché no, anche i bei tempi del fedele delfino che ci contava le bottiglie di gazzosa, poi la crisi, e purtroppo è arrivata la cassa integrazione delle gazzose che ce l’ha portato via insieme alle mezze stagioni. E’ rimasto un vuoto a perdere. Grazie però ai nuovi arrivi, che compensano, e allora è tempo di festeggiare con il Negroni vero, quello cioè fatto con il gin e non con il prosecco, aspettando quel Khedirà la partita di Varsavia contro il Real Madrid. E’ stata una stagione piovosa, che ha messo in crisi anche la stagionalità del nick, non solo gli albergatori, con l'aggravante del fenomeno delle bombe d’acqua che ha fatto tracimare la rabbia del Pulizia delle strade che ci ha sbattuto la porta in faccia minacciando ritorsioni se non avessimo spostato la macchina. Poi ci sono i nuovi transumanti come il Bel calcio che tutte le mattine si offrono volontari per aprire gli ombrelloni. Gente attrezzata non improvvisati dell'ultima ora e nick, perché almeno lui lo fa con maschera e boccaglio vivendo l’apnea del precariato, pronto a mettere le pinne quando c’è da immergersi velocemente dentro a un altro nick. Anche se rimane irrisolta la sua personalità visto che non è ancora riuscito a superare il proprio IO troppo egocentrico e non certo supportato dalla maschera da sub, con quel cazzo di vetro trasparente dal quale si vede impietosa tutta la fatica sul volto di chi cerca di nascondere il proprio IO dietro a superfici dannatamente trasparenti. Il nostro consiglio è quello di usare una maschera da sub a specchio, che oltretutto in spiaggia fa anche tanto figo. Perché mentre noi ci crogioliamo nella nostra stabilità, i transumanti soffrono invece di una condizione di itineranti che li mina dentro, pensano di non essere graditi come Corto Viola, forse perché non portano contributi altrettanto validi, ma si sbagliano, si sottovalutano sott’acqua, perché io li considero adorabili come la gentile vecchietta che abita nel mio stesso pianerottolo, anche loro probabilmente tutti soli come lei. Mi suonano alla porta, così come lei, anche se chiede in prestito una tazzina di zucchero o qualche grammo di caffè. E allora io glieli do volentieri, perché capisco che non lo fa per bisogno, ma come loro solo per parlare con qualcuno. Oggi le ho fatto scaricare davanti al portone 2 quintali di zucchero e 50 chili di caffè. Così per un bel po’ non mi rompe più le palle. Ci vorrebbe più equilibrio nei propri pianerottoli, magari chi rimane sposato con lo stesso nick per tutta la vita potrà apparire come uno che cerca solo certezze nella stabilità di coppia, a scapito del brivido dell’avventura di una notte, ma anche quello che cambia tutti i giorni nick, per colpa di certi pregiudizi bigotti alla fine passerà solo per una puttana del web. Prendiamo come esempio la passera, rasata non va bene per gli amanti del classico senza tempo, ma neanche abbandonata al suo destino. Perché il troppo è come il poco. Anche se sono convinto che Foco si prenderebbe la briga di farci della manutenzione.