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venerdì 23 maggio 2014

Se

Prima di dare il via alla ridda di voci che riguardano il mercato, ridente modo di chiacchierare di calcio, che fa il paio con la più ancora ridente Radda che si trova nel Chianti, e dove anche lì fanno il mercato, è giusto dare un voto alla stagione. Anzi no. O meglio, io non lo do perché i giudizi sono ovviamente influenzati troppo dai se. Non voglio passare quindi per quello che frigna, non voglio percorrere il bosco delle recriminazioni in cerca dei se ci fosse stato tizio invece di caio, meglio le more, comprese le veline. Voglio invece sottolineare l’importanza del se a precindere dal contesto nel quale si viene a manifestare. E penso se lei ti dice di lasciarti andare ma tu per esempio sei appeso al cornicione, oppure sempre se lei ti morde un orecchio ma quella lei è un rottweiler. Il se è stato da sempre molto importante, pensate ad Eva se non avesse rovinato quel pover’uomo di Adamo, sicuramente oggi avremo tutti un collo senza quel fastidioso pomo, soprattutto per chi porta la cravatta, e ne avrebbe guadagnato molto anche Montolivo. Non si può quindi minimizzare affatto la sua rilevanza storica, un se cambia la vita, oppure la stagione, e mi viene da pensare se la prima volta che hai fatto l’amore è stata un’esperienza unica ma purtroppo è rimasta anche un’esperienza unica. Se e solo se, e mi ricordo la tristezza del Bambi quando mi raccontò lo sconforto di viverne uno così mortificante come quello se giochi a nascondino e nessuno ti viene a cercare. I se di Gomez e Rossi sono solo dei sotto se, dei se in locale, dei se un po’provinciali, perché i veri se della vita sono sovraordinati, viaggiano a livelli superiori come se vinci una vacanza a Firenze ma ci abiti già da 50 anni, oppure se parli sette lingue ma tutte in italiano. Quindi niente alibi alla squadra o all’allenatore? Ci sono, certo, ma non sono determinanti, o almeno non é possibile mettere sullo stesso piano una rottura dei legamenti, come invece se lei ti tiene sulla corda ma da anche un calcio allo sgabello. Non do il voto alla stagione ma do il se alla stagione, che riassumo in un se non ti entra la retro ma nel retro ti è già entrato. E faccio di più, perché sulla stagione faccio anche una considerazione incrociata, inserendo cioè ai se anche una verifica della validità di certi proverbi, perché se alla goduria della fine della scorsa campagna acquisti che ci aveva regalato la coppia Rossi-Gomez andiamo a verificare oggi l’accaduto, il se che ne viene fuori è come se a Capodanno hai trombato ma hai capito che i proverbi sono solo una gran presa per il culo. E proprio a proposito di trombare, soprattutto a fronte della sconfitta nella finale di Coppa Italia, la stagione è stato un se da non condividere con gli altri ma un se fai da te, e per intendersi meglio, un se hai preso il coraggio a due mani, ma poi guardi bene, e non è il coraggio, e forse non servivano nemmeno due mani. A scanso di equivoci e di se, io rimango soddisfatto della stagione, i miei se non sono come i se di quei tifosi che se il paese va a puttane e sono tutti a casa loro. Se finale, la stagione della Fiorentina ci ha detto che se la fortuna è cieca, noi tifosi Viola sulla fronte abbiamo scritto “Sono sfigato” in braille.