Le critiche sono da sempre bene accette, e questa premessa serve per tranquillizzare tutti coloro che spendono la passione anche facendo analisi, e non come me che la vivo solo tra zucchero filato e tagadà. Insomma, e come si direbbe al bar o in tutti gli altri luoghi comuni, critiche costruttive naturalmente. Non certo con quegli eccessi costruttivi tipici che poi degenerano nell’abusivismo edilizio, come hanno già fatto e fanno i palazzinari della passione a fine stagione, appena trovano un nuovo appezzamento di terra dove edificarne di nuove sfruttando un loro preciso vuoto legislativo della ragione. Dico questo perché chi esagera in questo senso, chi fa di se un ipercritico da ipermercato rischia grosso, no all’adorazione e va bene, ma no anche al pugno di ferro, e il rischio di usare il pugno di ferro in mancanza di una donna, si sa, è quello dovuto alle conseguenti abrasioni. Va bene avere fretta, correre verso una presidenza meno conservativa dopo anni e anni di stitichezza, va bene fuggire via dai marchigiani, provare dolore e scrivere post con le gocce di sudore che ti imperlano la fronte, correre, correre via veloci il più possibile, ma che brutta cosa la diarrea. In San Frediano siamo abbastanza diretti nei confronti di chi parla per lasciare il segno, di chi deride per lasciare il segno, di chi anche con lo sguardo vuole lasciare il segno, tanto che gente come il Bambi direbbe "Caro il mio zorro hai rotto i coglioni". Diciamo che un certo modo di fare critica nei confronti della proprietà ci riconduce alla natura, mi viene in mente quando ogni mattina, l'ape va su un fiore prende il nettare migliore e lo porta all'alveare. La mattina dopo, l'ape va su un fiore prende il nettare migliore e lo porta all'alveare. La mattina dopo, l'ape va su un fiore prende il nettare migliore e lo porta all'alveare. Cazzo che vita di merda! Ecco, vorrei che migliorasse lo standard qualitativo di certi tifosi, che apprezzassero di più il miele di acacia per esempio, perché ho come il sospetto che qualcuno si comporti così per mancanza di esperienza di tifo vero, vedo ingenuità in certe affermazioni, fatte solo per cercare di mascherare i brufoli tra le trame fitte delle prime critiche costruttive. Insomma, qualcuno in particolar modo mi ricorda il Bambi quando ancora giovanissimo si profumò tutto, si fece la barba e comprò dei fiori, è così che capii che quella era la prima volta che andava a puttana. Come non sono affatto convinto che certe altre critiche siano così ingenue, anzi, secondo me sono solo poco sincere, preconcette, atte a denigrare per ragioni di antipatia, lotte personali, faide interne con se stessi, si, sono convinto che certi tifosi non possono avere lo sguardo fiero perché sanno di essere in colpa, e un po’ mi ricordano il Bambi quando invece si innamorò di una ragazza disinibita che non riusciva però a guardare negli occhi senza abbassare lo sguardo, fino ad essere costretto a chiedergli di rimettersi le mutande. Adesso torno sull'autoscontro, ho ancora un sacco di gettoni, vado a dare noia alle ragazze, perché anche io ho i miei bei difetti, c’è stato un periodo che non capivo come mai alla fine non si trombava mai, poi ho collegato il fatto alla passione per il tipo di reggiseno che indossavano, si, in una fase della mia vita sono stato attirato dalle donne con il reggiseno a balconcino, una tipologia che però prevedeva anche le mutande a saracinesca. Per i più critici, insomma, il mio pensiero finale è che ho come l’impressione che quando il gioco si fa duro lei sia già andata via. Mentre per quelli come me, lei è lì tranquilla che addirittura si specchia mentre mi aspetta che finisco di scrivere l'editoriale di oggi.