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domenica 4 maggio 2014

"Josip 'a carogna"

La cosa più bella è stata la sciarpata finale, e la squadra se la merita tutta. Anche se inizia a giocarsi la finale un quarto d’ora dopo l’orario stabilto dalla camorra. Perché sotto di due gol mette a sua volta sotto il Napoli per il resto della partita. Un Napoli al gran completo. In una serata nella quale il calcio italiano aveva dovuto pagare il pizzo. Il gol del pareggio valido, annullato ad Aquilani, è invece l’ennesimo pizzo della stagione che la squadra ha dovuto versare a Braschi e Nicchi. Mentre il gol del pareggio sbagliato da Ilicic dimostra che la differenza in campo la fanno i giocatori. E sarebbe bastato Cuadrado. Per quanto riguarda la sfortuna è stato un anno terribile, tra infortuni e disastri arbitrali, e menomale che la squadra ha avuto la forza di difendere un quarto posto che ci riempie comunque di orgoglio, anche a margine di una sconfitta dolorosa come quella di ieri. Anche se più che la Fiorentina ieri sera ha perso il calcio italiano, con il dj della serata che indossa la maglia con il nome dell’omicida del commissario Raciti, che è figlio del boss del rione Sanità, che in qualche modo ci aiuta a definire con il gergo dei vincitori della Coppa Italia 2014 il nostro carnfice, che da ieri, purtroppo con la maglietta viola e non azzurra, diventerà “Josip ‘a carogna”. E’ mancato solo il calcio d’inizio affidato a Totò Riina. E forse da oggi sarà il caso di trovare un lavoro socialmente utile anche ad Abete. Peccato, peccato davvero, perché se avesse pareggiato la nostra carogna avremmo avuto mezzora di superiorità numerica da sfruttare, ma così doveva essere, e loro non hanno sbagliato. L’epilogo di una serata che rimarrà indelebile per la vergogna non cancella però la consapevolezza di essere una bella realtà, e con i rientri di Gomez e Rossi, più una buona campagna acquisti, potremo probabilmente rifarci con gli interessi. E quando si parlerà di trattative sarà bene precisare che non si tratta di quella tra Stato e mafia. E il prossimo anno sarà anche quello che ci permetterà di dare un giudizio più preciso su Montella, che finora mi è piaciuto nella gestione delle difficoltà, nella mentalità che è riuscito a dare ad una squadra capace di giocare con personalità ovunque e di vincere tanto fuori casa, meno nell'interpretazione della fase difensiva. Vedremo se le tante attenuanti avranno avuto più peso degli errori commessi. E forse la delusione maggiore, a parte “Josip ‘a carogna”, è venuta proprio da quei giocatori acquistati a gennaio per risolvere la moria delle vacche. La capacità della squadra di risalire la china di una partita diventata incubo dopo 15 minuti, per fortuna mi rende orgoglioso, l’amarezza per la mancata vittoria della Coppa Italia rimane naturalmente, ma fortunatamente è maggiore la consapevolezza della bontà del gruppo, del carattere, dell’attaccamento alla maglia. Del futuro. Di Orsato non voglio dire niente, se non che se lui è il migliore, allora non ce la possiamo rifare più di tanto con i vari Gervasanoni, Calvarese e Damato. Sottolineo ancora l’applauso finale alla squadra, un riconoscimento chiaro al valore del gruppo. Spero di potermi ricordare di questa finale per il gol clamoroso sbagliato da Ilicic e non per un morto. Felice per Rossi e per i tifosi Viola, loro si capaci di vincere.