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venerdì 28 marzo 2014

Sdadaumpa

Devo dire che il Sudtirol aiuta molto a riflettere, per la verità anche lo strudel ci mette del suo, lontano dagli occhi lontano dal cuore ho vissuto una giornata tranquilla. So che mi avete tacciato di essere troppo vicino all’ideologia delle gemelle Kessler e per questo mi avete immaginato a ballare per le vie di Bressanone e a cantare sotto i portici di Bolzano sulle note dello “Sdadaumpa”. Non voglio più entrare nel merito tanto le posizioni sono cristallizzate, io sono per Messi e voi invece per il Messia. Messi inteso come giocatore che fa la differenza, per voi è Luciano che la fa, certo non è il “Liga” ma l’idea è che fosse invece una sorta di “Lego” con il quale costruire sogni di gloria. Scusatemi ma non mi presto al giochino più amato dagli italiani, e non perché sono più virtuoso, ma solo perché ci sono già passato con quel Delio Rossi invocato come il salvatore della patria, e poi anche in famiglia abbiamo già dato. Però capisco benissimo che la ricerca della felicità vada di pari passo con la ricerca di un unico colpevole. Fa parte del gioco. E allora, così, tanto per divagare in questa valle di lacrime vi racconto la storia di mio zio Luciano, tifosissimo viola esiliato in via Baracca. Un anno divenne improvvisamente povero, la classifica della squadra era in rosso e gli chiedevano continuamente di rientrare, ma in trasferta non si vinceva proprio mai, così si trovò costretto a fare una rapina in banca. Preparò il piano con grande pignoleria, acquistò la pistola mentre la moglie, la mattina stessa, volle stirargli il passamontagna per fargli fare comunque una bella figura con il direttore. E così decise di fare irruzione in una filiale del centro per mettere a posto la classifica e perché la Fiorentina era sempre al centro dei suoi pensieri. Non come me che mi consolo con un semplice strudel. Purtroppo non era molto esperto e subito dopo aver gridato il fatidico “fermi tutti, questa è una rapina”, fu bloccato dalla guardia giurata e arrestato con l’accusa di concorrenza sleale. E’ sempre concorrenza sleale del resto quella di un allenatore che ancora non c’è, per una questione di clorofilla, perché da che mondo è mondo l’erba del vicino è sempre più verde. E a me sembra più che altro una questione di lana caprina quella dell’allenatore, insomma, caprina o di Ischia non stiamo tanto a sottilizzare, perché il bello alla fine è proprio quello di avere la possibilità di sedersi in sala di attesa accanto a chi la pensa diversamente da noi. Così qualcuno aspetterà il Messia, altri aspetteranno che sia finito il tagliando ai legamenti di Messi.