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venerdì 14 marzo 2014

I sogni

Non era facile rimanere imbattuti in Europa League passando da quello stadio, specie dopo essere andati sotto al terzo minuto. C’è voluto un po’ prima che le idee dell’allenatore trovassero la strada giusta in quello stadio, il tempo di lasciare praterie sugli esterni, il tempo di vedere tutto il peggio di Roncaglia e Tomovic. Poi fu possesso palla. 60/40 nello Juventus Stadium non è roba che si era mai vista da quelle parti. Più duro da digerire della bistecca di domenica a pranzo. E stabiliti i turni, anche le dee bendate si sono finalmente coordinate intervenendo su quella traversa benevola. E poi c’è stato quel controllo magnifico dopo il taglio, insieme alla capacità di metterla sotto la pancia di Buffon. Ad illuminare la serata di coppa. Si. Poi c’è stato il ritorno di Gomez, che ci fa pareggiare e allo stesso tempo però anche aumentare il rammarico per una stagione che poteva essere e che per colpa di quelle due stronze che si facevano i cazzi loro ci ha fatto fuori la coppia d’attacco più forte del campionato. Più colpa delle dee bendate maiale che di Montella, che forse ieri si è ripreso un po’ di affetto della sua gente. L’ha vista giusta la partita, lui, ha concesso le corsie esterne, ha tenuto palla, e nella sfortuna dell’infortunio di Mati è stato anche fortunato, perché con Ambro la squadra ha trovato anche la giusta collocazione a Borja Valero, fino a ritrovare il suo famoso punto G(omez). Ambro come il bicarbonato. Non era facile portare via il pari con gol da quello stadio, no, anche perché venivamo da un periodo difficile, e andare sotto subito poteva incrinarci quelle certezze già aggredite da agenti esterni come le polemiche sempre vive in città, certezzee che evidentemente la squadra ha ben salde. Gomez ha dimostrato di essere un grande attaccante, e non si può prescindere dai grandi giocatori per stare a certi livelli. Consideriamo poi che nell’economia di questa stagione non ci sono stati solo gli infortuni tremendi dei due bomber, ma ci sono state decisioni arbitrali che ci hanno danneggiato, non ultima e non meno grave degli errori di Calvarese e Damato, la porcata di Gervasoni che ci ha tolto un giocatore come Borja Valero, un referto falso che è l’equivalente di uno stiramento di primo grado ai flessori della coscia. E siamo lì, ancora in lotta almeno su due fronti e comunque quarti in campionato. Non mi sento di condannare nessuno, non riesco a provare delusione, sono invece orgoglioso di una squadra che anche ieri ha dimostrato di essere un grande gruppo, e forse di essere cresciuta ancora proprio grazie a tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare. Si, i sogni dei tifosi Viola rimangono belli vivi, e non ce li ammazza certo la malasorte o Braschi, no, siamo forti anche dentro, siamo gente  tosta, e prima di chiudere voglio dire che mi è piaciuto molto anche Ilicic che proprio bello non è, soprattutto fuori, poi, anche a chi ci ha voluto male darei un’altra possibilità, anche a Montolivo per esempio. A tutti, Gervasoni compreso, farei vivere una seconda vita, insomma, a chi come premio, ad altri come castigo. I sogni quindi, e chiudo, non raccontiamoli a nessuno i nostri sogni. Chi sa mai che i freudiani non prendano il potere.