.

.

mercoledì 26 marzo 2014

Gli errori di quello e di quell'altro

Diciamolo pure senza paura d’essere tacciati da tifosi, ma uno dei maggiori piaceri per il tifoso, dopo il gol e dopo il gusto di gufare contro, risultano essere tutta una serie di attività atte ad evidenziare gli errori di quello piuttosto che di quell’altro. Con naturale preferenza per quello inteso come allenatore. E quell’altro come arbitro. Avevo un amico che abitava in via Ugo Foscolo, tra noi disadattati dell’adolescenza Diladdarno degli anni settanta, era quello più portato ad evidenziare gli errori di quello e di quell’altro. Lui una partita di calcio la vivisezionava, o meglio, amava vivisezionarla soprattutto quando il risultato non era favorevole, allora ne evidenziava tutta una serie di decisioni sbagliate suggerendo quella che secondo lui sarebbe stata la soluzione migliore per evitare quello che invece era puntualmente successo. Sugli arbitri aveva spesso da ridire anche quando si vinceva, e la prostituzione era l'ambito nel quale molto spesso collocava le loro madri. Dopo ogni partita persa la trasformava in automatico in una partita vinta, e noi vivevamo la nostra passione guardando la classifica del suo campionato e non quella reale della Fiorentina. Per noi era un idolo, lui correggeva tutti, non c’era un allenatore al quale non evidenziava errori marchiani, e c’era tra di noi solo uno che osava avanzare dubbi, il solito polemico che metteva in discussione la veridicità dei suoi rimedi tattici, e solo perché secondo lui nessuno avrebbe potuto mai verificare la bontà di certe sue affermazioni così perentorie. Era un sostenitore della mancanza del riscontro. Noi no, noi eravamo certi dei suoi rimedi posticci, noi che invece grazie a lui vincevamo campionati su campionati. Perché se è vero che la Fiorentina non vince uno scudetto dalla stagione 68/69, grazie al Goretti, a Porta Romana dalla metà degli anni settanta agli inizi degli anni ottanta ne abbiamo vinti 6 di seguito. Poi l’abbiamo perso di vista ed è cominciato il periodo delle vacche magre, del "meglio secondi che ladri" per intendersi, lui se n’è andato a studiare il calcio totale in Olanda, e poi è rientrato in Italia per prendere il patentino di allenatore a Coverciano. Lo rivedemmo sempre molto convinto delle sue capacità di evidenziare gli errori marchiani degli altri allenatori, e mi ricordo ancora l’entusiasmo e la capacità di coinvolgere gli altri nel raccontare il suo progetto di esportare quelle capacità specifiche anche in un’attività imprenditoriale, dato che negli anni 80 si sentiva un vero e proprio rampante, uno dei primi che si presentava con il telefono fisso in macchina. Tutte quelle lucine della tastiera illuminate, quell'oggetto affascinante posizionato in maniera funzionale sul cruscotto della Mercedes, e con quella possibilità di telefonare dalla macchina anche percorrendo Borgo Tegolaio ci sembrava inarrivabile, eravamo sicuri che il Goretti sarebbe diventato qualcuno nella vita. Sono consapevole che oggi tutta l’attenzione sarà rivolta alla partita contro il Milan, al fatto che l’occasione è veramente ghiotta per farli sprofondare definitivamente dentro alla mediocrità delle ambizioni di Montolivo, però ho saputo proprio ieri sera tardi che il Goretti alla fine non ce l’ha fatta. Un po’ come Stramaccioni. Un amico è venuto a sapere che il progetto di aprire un’azienda innovativa al pari del calcio totale olandese, alla fine l’ha realizzato davvero, incontrando però anche tutta una serie di congiunture sfavorevoli di mercato, che questa volta non era riuscito ad evidenziare solo perché lo avrebbe dovuto fare prima e non dopo come invece era abituato, cosa che invece  hanno fatto molto bene al suo posto prima l’Ufficiale Giudiziaro determinandone il fallimento, e poi Equitalia evidenziandogli tutta una serie di cartelle esattoriali. E’ davvero inspiegabile come un’idea così innovativa, poi all’atto pratico non abbia riscontrato i favori del mercato, onestamente non capisco il perché, a me era sempre sembrata geniale quella sua idea di fabbricare degli evidenziatori neri. E’ un peccato perché lui le vivisezionava davvero le partite, intanto la Finanza dopo un blitz nella sua abitazione di Marignolle ha scoperto che non vivisezionava solo le partite.