Due episodi negativi sulla strada di quella che il prossimo anno ci auguriamo possa diventare definitivamente una grande squadra, l’infortunio di Pizarro e quello ancora più grave di Gonzalo al limite dell’area. Pirlo impallina Neto mentre in un’analoga situazione Borja Valero si piscia sulle scarpe, e questo risulterà alla fine il nostro limite, per il resto la Fiorentina aveva mostrato un centrocampo solido, non aveva concesso praticamente niente, una partita giocata alla pari, nella quale era mancata solo la capacità di sorprendere la Juve con Gomez e Ilicic all’inizio. Non ho rimpianti perché la squadra ha fatto la partita che doveva fare rischiando seriamente di eliminare una squadra onestamente più forte, mi sono piaciute tutte le soluzioni tattiche di Montella, con Cuadrado basso, Aquilani su Pogba, e anche Vargas che dava fisicità in quella zona del campo. Gonzalo purtroppo molto ingenuo, Neto che al contrario dava invece sicurezza alla squadra anche se non ho capito bene il piazzamento della barriera sulla punizione di Pirlo. Bene anche Gomez fino a quando ha avuto gamba. Corretta l’espulsione di Gonzalo mentre manca quella di Tevez per un gesto molto brutto e che francamente riconosco solo in quanto tipico juventino, un gesto che una terna arbitrale di questo livello avrebbe dovuto sanzionare con l’espulsione, tanto così per non parlare sempre male solo della banda di Braschi e Nicchi, anche se è vero che probabilmente Gervasoni avrebbe espulso Neto. Insomma, gli ingredienti c’erano davvero proprio tutti, anche la grande passione di Firenze accompagnata da una giovanissima primavera, e poi, improvviso, il colpo di coda dell’inverno barbuto, e così fu subito precipitazione copiosa delle speranze, una grandinata improvvisa sull’umore, tanto che gli uccelli presi alla sprovvista non si rizzeranno, in volo, almeno per un po’. Depressione. In San Frediano è calato il silenzio della delusione lasciando spazio solo al rumore della movida, le mie speranze avevano coperto anche i soliti eccessi dei miei vicini che sono sempre molto rumorosi, urlano, sbattono le porte, fanno un casino d’inferno. E questo è niente. Non che siano juventini e quindi dopo il passaggio del turno, peggio perché hanno festeggiato, macché, dovreste sentirli solo quando sono svegli. E così adesso perderò anche l’ultimo cugino che mi è rimasto, in famiglia già lo sappiamo, ieri infatti ho telefonato subito alla zia dopo la partita, per rincuorarla. L’altro cugino lo avevamo perso dopo la finale di Avellino, dalla parte del babbo del resto sono tutti molto sensibili e malati di Fiorentina, e dopo le grandi delusioni contro la Juve, scappano via perché non resistono. Loro reagiscono così alle grandi delusioni Viola. Domani toccherà a Dimitri, la zia mi ha detto piangendo, che già stava preparando lo zaino, mentre Duccio quando scappò via l’altra volta fece naufragio e si trovò su un’isola deserta, non bastavano i gol sbagliati da Baggio, il fallo di Casiraghi su Pin o la cazzata di Landucci sul tiro di De Agostini. E lì c’è rimasto venti lunghi anni, arrangiandosi a sopravvivere come poteva fare uno cresciuto in via del Campuccio, insomma, con un temperino e una pietra focaia. Per fortuna la Liliana che è sempre così apprensiva gli aveva messo nello zaino la carta di credito e il cellulare, in modo che ogni sabato sera si faceva venire a prendere con un motoscafo per andare sulla costa a fare la spesa. A Dimitri, mi diceva iera sera la Liliana singhiozzando, gli avrebbe messo invece il tablet perché è miope e così anche se dovesse perdere gli occhiali, in qualche modo potrà continuare a vederlo uno schermo così grande, e poi con Sky Go domenica potrà vedere anche la partita contro il Napoli.