Evvai, finalmente ci siamo. C’è aria di coppa in città, un’aria fine, senza cioè quel monossido di carbonio tipico che si sprigiona dai referti di Gervasoni. E quando si dice coppa penso subito alle squadre inglesi, è un riflesso incondizionato e non come la libertà del Bambi che invece era spesso condizionata. E quando penso alla Coppa sicuramente non penso più al Milan, mentre gli inglesi, a parte averli idealizzati come modello calcistico, li ricordo soprattutto come persone poco pulite, non solo perché non hanno il bidè e si sciacquano le palle con il tè delle cinque, l’esempio che ho ancora vivo riguarda una fidanzata del Bambi. Era di un sobborgo di Londra, e non di Londa come aveva capito lui quando lo aveva conosciuta, era un’autentica sudiciona. Ricordo che quando abitavano in via del Leone si lamentava sempre per la nostra fissazione tutta italiana di voler vivere nel pulito, ricordo che diceva di odiare i lavori di casa, fare i letti, lavare i piatti, e precisava con disappunto stizzoso che dopo solo sei mesi doveva ricominciare tutto da capo. Era una rompicoglioni che aveva la capacità di essere più o meno sempre inopportuna, come può esserlo un gol subito in casa durante una partita di coppa. Il Bambi che non aveva certo nozioni da sperperare, conosceva però due date importanti, oltre alla sua data di nascita, che gli servivano proprio per sottolineare la capacità di rompere le palle di lei. Secondo la sua ricostruzione di certi fatti storici, sosteneva che la vasca da bagno era stata inventata nel 1850 mentre il telefono nel 1875. E così poteva inscenare una delle sue pantomime più stantie, rammaricandosi di non essere vissuto nel 1850 perché questo gli avrebbe permesso di restare in vasca per 25 anni senza che lei gli telefonasse per rompergli i coglioni. Per quanto riguarda le critiche a Montella spero che siano congelate almeno per la giornata di oggi, o almeno potreste fare come me quando voglio risparmiare l’acqua che è un bene così prezioso, e allora la diluisco. Risparmiatevi qualche critica per salvaguardare l’ambiente Viola. O almeno diluitele un po'. Il primo verdetto di questi giorni di partite di coppa è stato soprattutto la certificazione che Montolivo non è nessuno, e per paura che si suicidasse, la Cristina intanto gli ha fatto sparire la pistola a salve. L’unica cosa che mi preoccupa in questo momento non sono tanto le promesse di Renzi, quanto un sospetto atroce che è un po’ di giorni che mi ha tolto la giusta serenità, penso che di dee bendate ce ne siano due ed entrambe pensano che sia l’altra ad occuparsi della Fiorentina. Sarà più facile il nostro passaggio del turno o vedere gli 85 euro netti nelle buste paga degli italiani? Tra le grandi domande irrisolte inserirei anche perché “abbreviazione” è una parola così lunga? Intanto la De Pin al termine di una nottata insonne nella quale Riccardo si è mosso nel letto più di quanto faccia normalmente in campo, ha twittato che il suo fidanzato è un perdente, non tanto perché è uscito dalla Champion, ma perché gli sono morti anche i tulipani di plastica. E visto che parliamo di grandi giocatori, ieri Messi contro il City ha messo a segno il suo 67° gol in CL che di fatto lo colloca al primo posto come il giocatore che ha segnato di più con la stessa maglia nella coppa dalle grande orecchie. E mi scuserà Montolivo se l’ho accomunato solo a Messi ma non avevo asticelle abbastanza alte. Visto che ormai un po’ di cazzate le ho già dette, dico che Ilicic sarà determinante, si, dico vittoria a Torino, e che le due dee bendate si parlino e si mettano d’accordo su chi deve intervenire, perché sulla traversa di domenica erano entrambe a stirare la benda. Infine colgo l’occasione per salutare un mio amico, se mi legge, che è scappato perché inseguito da Equitalia, vive in Brasile lontano da tutti in mezzo alla foresta fluviale dove quelli di Equitalia fanno più fatica ad arrivare, vorrei dedicargli la vittoria di stasera, lui grande tifoso Viola, che l’avrebbe voluta vedere più di ogni altra cosa se non fosse stato per quella maledetta cartella, è un uomo di corporatura gigantesca, ma molto buono. La gente del posto lo chiama il Mato Grosso.