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domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua

All’Is Arenas la Fiorentina scende in campo con lo stesso ventre molle del flaccido Lello Arenas, con battute di gioco però che non fanno ridere nessuno, o almeno non i tifosi viola, ma è forse vero che il programma del fair play prevedeva il rispetto per la scomparsa di Jannacci e di Califano, e così per onorare soprattutto gli eccessi del poeta di Roma, per ricordare il Re della notte, la Fiorentina sceglie la notte fonda di una partita senza gioco. Una partita sulla quale, a differenza della lapide del Califfo, ci auguriamo vivamente non ci sia scritto “non escludo il ritorno”. Mentre Napoli e Milan scelgono di onorare Jannacci, e visti gli studi del cantautore milanese, si candidano a tutti gli effetti per il dottorato Champion. La Fiorentina non fa il salto di qualità, ma fa invece quello della quaglia, una sorta di coito interrotto per ritirarsi un attimo prima di mettere incinta un sogno senza avere la maturità giusta per portarne avanti la gravidanza. La partita è stata troppo deludente, non è valsa neanche l’amido del mio spaghetto con la bottarga, perfettamente al dente, partita che invece ci ha lasciato addosso il fastidio dell’umido, quello che ti si appiccica come un lavavetri. E allora pensiamo alla salute, alla Pasqua che fortunatamente non ha niente a che fare con i cross sbagliati di un esterno sinistro, ma penso invece allo scoppio del carro, che per noi oggi non sarà quello dei vincitori su cui salire felici, ma se quel brindellone di Toni non ci ha salvato dal naufragio della spiaggia del Poetto, ci rifaremo con quello più familiare la cui sagoma scomparirà tra i fumi e gli scoppi, forse come le speranze di riagguantare le due che hanno scelto di onorare la memoria di Jannacci, mentre noi gli eccessi di Califano eccedendo però solo nello squallore della prestazione, senza la poesia non dico di un duetto tra Jovetic e Ljajic ma almeno di un ”minuetto” come quello scritto per Mia Martini. Usciamo dai fumi di questa sconfitta che per qualche attimo ci nasconderà i marmi del Battistero e del Campanile di Giotto, e dopo che dal volo della colombina avremo tratto gli auspici sull’andamento della partita con il Milan, ci sarà una grande esplosione di gioia che conclude le privazioni quaresimali e cagliaritane. E per un periodo tradizionalmente magro come la Quaresima, sarebbe cosa buona e giusta consumare la tipica ribollita, una zuppa a base di fagioli, cavolo nero, cipolla, pane raffermo e dopo una prima cottura, ribollita. Si, insomma, s’arriva lì e poi ci si caca addosso. Sempre la solita zuppa. E allora un filo di olio a crudo e pepe. Mi raccomando. Buona Pasqua.