Mentre
gli Scolari sembrano più essere quelli vestiti di giallo, una volta
maestri, Prandelli scolaro stilista ad honorem tenta di distruggere il
made in Italy lanciando il primo maglione a collo alto che supera
abbondantemente il mento e persino il rendimento di Cerci anche lui
lanciato nella mischia di quello che è un concetto di moda offuscato
dall’influenza questa volta molto basso bresciana. Il cappottino poi è
un inno al quattro a zero contro la Spagna, che gli sta perfettamente
attillato come una muta da sub o come la scena muta di fronte alla
finale europea. A me è piaciuta molto l’Italia, a parte qualche orrore
difensivo che risente probabilmente del look orrendo del suo Mister che
anche se non si trova bene a Firenze come negozi, potrebbe abbandonare
il suo proverbiale gusto di campagna e andare almeno da un Gianni
Campagna a farsi rimettere al mondo, perché l’Italia meritava ampiamente
di vincere, ma non di mettere in vetrina lo stile da preservativo del
suo allenatore, da preservativo comunque con serbatoio per le idee
tattiche di una bella Nazionale, mentre il Brasile è stata una gran
bella delusione considerato che siamo a solo un anno dal mondiale.
Balotelli di un’altra categoria, Cerci in rialzo proporzionalmente al
ribasso di certe teorie che lo descrivevano come un giocatore da squadra
minore, al ribasso come gli exit poll sulla pontellizzazione, al
ribasso come i commenti su Fi.it quando non c’è da sputare merda sulla
Fiorentina che vince. Mentre il pensiero corre veloce, diciamo ferma il
tempo a 19”72 per ricordare un grande atleta italiano che ci ha lasciato
proprio ai blocchi di partenza della primavera, una nuova stagione che
voglio salutare dai Lungarni di una “mattinata fiorentina” non essendo
il Botticelli e non avendo neanche uno straccio di capasanta gigante da
dove far nascere la Venere prandelliana strinta nel suo cappottino di
neoprene. Botticelli la dipingeva dieci anni prima che Colombo scoprisse
l’America, mentre l’affresco sulla pontellizzazione che era stato
dipinto nella testa di tifoso buono solo per dire cappella e con la
testa a forma di cappella è stato rimosso. La nascita di una nuova
stagione Viola ci da lo spunto per ridare una speranza anche ai vedovi
inconsolabili, per farli uscire dalla loro Caporetto della passione, il
loro mondo non è più custodito a Trespiano, la vita continua, la
Fiorentina rinasce come la Venere anche se l’ha dipinta Botticelli
invece di Prandelli, poi c’è sempre la Nazionale per ammirare Cesare e
gli Uffizzi per chi preferisce il Botticelli. Perché alla fine tutto
nasce da lì, il calcio da un Santo e il Rinascimento da una capasanta.
