Adesso
è proprio schiacciata, la Fiorentina è come una schiacciata alla
fiorentina, con tanto di giglio in petto e un velo di speranza, oltre
allo zucchero a velo. Perché quella con la Lazio sarà una partita che ci
vede schiacciati tra la solita dimensione, quella di una squadra dalla
tradizionale ambizione a spiccare il volo che si scontra con una realtà
dura che spesso invece la respinge. E’ una situazione tradizionale
appunto come la schiacciata alla fiorentina che a differenza delle
ambizioni calcistiche della squadra lievita in tutti i forni della città
nel periodo di carnevale. Io preferisco quella di Giorgio, mentre per
la squadra vanno benissimo Andrea e Diego, nel 700 veniva chiamata
“stiacciata delle Murate” con riferimento all’allora carcere fiorentino
delle Murate. Pare che il dolce fosse riservato come ultimo boccone di
vita dolce quando venivano condotti al patibolo in Porta alla Croce oggi
Piazza Beccaria. E mi sembra che a Lazio si possa accomunare la
situazione dell’ultimo viaggio verso la dimensione dolce del salto di
qualità, la differenza sarà quella di riportare a case salva la pelle,
magari con abbondanti tracce di zucchero a velo sul bavero della nostra
speranza finalmente soddisfatta. Poi ci sono gli esagitati
dell’ottimismo, quelli come me che per intendersi avevano addirittura
parlato di scudetto alla fine del girone d’andata, esagitati della
cremosità che la schiacciata la preferiscono tagliata a metà e riempita
con panna o crema chantilly, e i pessimisti che invece vedono sempre
nero e ci vorrebbero la cioccolata, resta il fatto però che l’unico tratto
nell’aspetto di tutte è il caratteristico simbolo del giglio fiorentino
ricavato spolverizzando del cacao. Ecco, non sploverizziamo via anche
questa volta l’occasione per addentare il boccone dolce del salto di
qualità, non voglio dire con questo che contro la Lazio dovrà essere la
madre di tutte le partite, ma che per la schiacciata alla fiorentina ci
voglia il lievito madre quello si. Chi gioca gioca, chi impasta impasta,
vittoria come grasso che cola, e strutto come unico grasso per renderla
più morbida, naturalmente bassa pur mantenendo la sofficità, che alla
fine è come gioire di una grande vittoria pur mantenendo un profilo
basso come appunto quello della schiacciata. Anche se giochiamo in
trasferta mi viene in mente Toni là davanti, ed è l’unico accenno di
formazione che mi sento di fare, diciamo una caratterizzazione che
vorrei dare alla partita come l’aromatizzazione con la scorza di arancia
grattugiata, per un motivo è chiaro, per una palla vacante in area, per
un colpo di testa vincente, insomma per una schiacciata.