Finalmente caos, forse la sola maniera per recuperare Vargas che insieme al cugino è probabilmente quello che in questo marasma si trova meglio, e così, tanto per gradire l'antipasto della fine di un calcio troppo ponderato, le prossime due partite ce le andremo a giocare di venerdì e di martedì. C' è rimasto da provare solo la merenda-partita con scambio di pecorino e baccelli tra i due capitani, e fiaschi di vino e giocatori rivelatisi fiaschi, insomma sei partite in rapida successione, di cui quattro in trasferta sperando che il pallone in tutto ciò sia ancora contemplato. Giocando in questa nevicata di rinvii il più sofferente appare essere comunque Amauri, che nel maltempo juventino è già stato segregato dai campi per 9 mesi, e una volta uscito da quella bufera, è subito rientrato in un'altra saltando due partite su quattro. E per essere onesti fino in fondo, l'uomo dal capello pesante come un metallo, delle due giocate una se l'è fatta in mezzo a una bufera di vento, ora speriamo bene per l'Arno perché per l'alluvione abbiamo già dato. Più scalpita però e più gli sottraggono le partite da sotto i piedi, ma adesso che ci sarà bisogno di raggruppare l'arretrato con il nuovo, si sta già organizzando un corso di calcio full immersion, nel quale ci auguriamo avrà la possibilità di sparare una gragnuola di gol ubriacandoci tutti, quello che possiamo promettere noi è di non ribaltarci. La tempesta sembra essersi abbattuta proprio su quel ruolo di prima punta, che a Firenze ha avuto bene o male sempre grandi interpreti, Gilardino non segnava più perché gli si era spento il contratto, Santiago Silvan perché non riusciva a fare le magie fuori dal suo mondo, Babacar che sembra avere solo la testa di Balotelli ma per ora non i gol, e oggi Amauri con la speranza che possa continuare lui la grande tradizione dei numeri nove, neve permettendo.