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giovedì 23 febbraio 2012

Per le ferite ci vuole Cera di Capra


Dopo la morte cervicale del ciclo dei cicli diventato addirittura cyclette, e sulla quale zampettano tutte le sere i vedovi di un sogno per sentirsi ancora vivi, ma comunque una interruzione violenta per la quale in molti ancora oggi portano ferite talmente profonde da fondare una Onlus con l’immagine di Ribéry, è iniziata l’era dell’odio inalato a pieni polmoni dalle fosse bioillogiche del rancore. L’associazione a favore degli ingiubbottati ha permesso così di gestire almeno l’urgenza da pronto soccorso delle ferite per lo più interne, che hanno necessitato di sutura grossolana ed estesa come quella per ricomporre la porchetta. Da questo riassemblaggio alla bene e meglio dei corpi svuotati dei sogni, come le botteghe dai  ladri, botteghe da non confondersi con Bettega, è iniziata l’era furibonda del risentimento, i cosiddetti giorni della civ-etta.  La storia dei Della Valle è stata allora frettolosamente riscritta in chiave metafisica, e persino Calciopoli che ci vedrà assolti nel secondo grado di giudizio del processo in corso, è stato utilizzato in maniera infausta e non certo da persone leali, voglio sperare solo per richiamare alla mente quel Fausto Leali e la sua “ Mi manchi” in ricordo di Fonzarelli. E poi il lungo periodo del tormentone Paola e Chiarezza nel quale si è cantato lo stesso ritornello fino allo sfinimento e per il quale si è dimessa persino la giuria demoscopica, una miriade di richieste arrivate in sede e che hanno rallentato anche la consegna degli attestati di intelligenza richiesti dai tifosi preoccupati a dimostrare di avere più QI di Corvino per aiutare i figli a scrivere striscioni profondi come quelli del piccolo tifoso interista Filippo. Poi  la guerra fredda all’usurpatore della Panchina che tante Sinasiti ha procurato, curate alla fine con l’aiuto dell’aerossiol che ha alleviato sì il dolore, ma non ha migliorato il rendimento della squadra. Insieme ai problemi causati dal gelo artico dei cuori è scoppiata anche la malinconia della lontananza sai è come il vento, un tormentone simile a quello di Perdisa e di Arisa a Sanremo, e che ha visto il tifo Viola imputare ai DV una strategica e autolesionistica assenza, e allora dopo aver usato anche Montolivo contro il cattivo padrone ma non certo il contratto di JoJo  oppure la realizzazione dopo 30 anni di un centro sportivo, mi è venuto in mente l’Inter del patron Moratti, sempre presente e appassionato, tifoso costretto a sostituire Eto con Forlan e Mourihno con Gasperini probabilmente perché pontellizzato anche lui, ma con l’aggravante di non avere nemmeno uno straccio di Cittadella per costruire due negozi di scarpe a sbafo, e come i nostri però in difficoltà a riavviare un ciclo, vorrei adesso vedere gli intelligenti padri Viola aiutare i propri figli come dicevo è successo al simpatico Filippo, ed esporre allo stadio almeno qualche striscione del tipo “ Potete evitare di fare la fine di Cecchi Gori altrimenti a scuola non è che mi prendono in giro, mi prendono direttamente la scuola per ripagare i debiti grazie”.