Non è stato Bud Spencer a darmi questa tranvata in faccia, perché le salsicce con i fagioli che ho mangiato a pranzo le avevo comprate regolarmente, non gliele avevo fregate ne io e ne tanto meno Vargas, e non è stata neanche la bottiglia di Santa Cristina a stordirmi, vino di pronta beva e non come noi invece, impreparati a questa bevuta da biliardo, e alla fine neanche il Lecce. E' stata proprio la Fiorentina, e non voglio pensare perché delusa da quella scelta per il pranzo della domenica a scapito del caposaldo chianino della nostra cucina, ma è come se mi fosse passato sopra il treno di Kharja. Si, mi si è ribaltato l'entusiasmo della vigilia come la Porsche di Vargas, e non ho nemmeno un cugino disponibile a smaltire la delusione al posto mio come il suo ad assumersi le responsabilità del cappottamento. Lo stesso Vargas, che Cuadrado intuita ormai la perfetta frollatura, ha messo sul girarrosto del confronto diretto e se l'è mangiato con una bella Lamela in bocca comprata nella campagna romana. Fossi un pubblicitario, oggi metterei una bella sciarpa Viola alla strega, e userei questa sconfitta come il nuovo spot Fastum Gel antidolorifico, con relativo colpo della strega sulla torre di Maratona. E funziona davvero, perché nel tardo pomeriggio di ieri ci ho riempito la vasca da bagno e ci sono rimasto a mollo come alle terme di Rapolano, quando poi sono uscito mi sembrava che fossimo addirittura in lotta per lo scudetto e che Vargas fosse pure magro, l'unico problema me l'ha posto Rita con la sua solita praticità di deriva teutonica, difronte alla difficoltà di smaltire i 1400 tubetti strizzati. Squadra deludente come un blocco di cioccolata le cui fave di cacao sono come quelle fave che sono andate in campo, scadenti, e il cioccolataio che l'ha fatto, ha contribuito sbagliando persino le dosi, come Corvino e come anche Delio Rossi, responsabile anche lui di questo calo del desiderio inaspettato come un congiuntivo corretto di Cerci, che ci ha colpito la sfera sessuale della passione e che ci ha fatto subire il Lecce diventato a Firenze il Barcellona del sud. Una “bona” e una “poco bona”, vincere due partite di seguito è diventato difficile come non trovare la coda in fondo alla Fi Pi Li, come trovare un centrocampista che faccia gol, e le catene obbligatorie invece che a bordo le metterei alle caviglie di Montolivo, Vargas, Felipe, Marchionni, Pasqual, De Silvestri, Kharja e Cerci per fargli prendere la superstrada verso Livorno. Mi piacerebbe quindi che oltre alla punta arrivassero giocatori che liberino gli scarsi e i demotivati con i quali a Livorno ci potrebbero fare al limite un cacciucchino, anche se ci vorrebbe un po' più di varietà e non solo scorfani. Caro Delio, oltre a tirare fuori le cicche di tasca, tira fuori anche le palle di corsa, e caccia dal campo i mercenari, imponi alla società i sostituti da acquistare e non credere a Vargas se ti dice “ mister non preoccuparti perché adesso facciamo Cuadrado”, perché significa che gli gira ancora la testa dopo il duello con il colombiano. Notte tormentata fino a quando, arrivata ad essere fonda, sotto la pressione di Rita ho trovato finalmente l'oasi anche se non quella di pace, ma ecologica, dove ho scaricato tutti i 1400 tubetti di Fastum gel strizzati.