Riparto finalmente sereno, da quella volta che dopo avermi confessato ancora il piacere che provava nel leggere il mio modo di “raccontare”, mi disse “ Oggi Gianni ho provato a scrivere un post come te, più volte, ma non ci sono riuscito”. Non ti preoccupare basto io a fare la fava. E mentre la tristezza è sfumata sulle luci improvvisamente accese, è già vigilia di un'altra partita. Guardare Firenze dal Piazzale, proprio come un turista, insieme agli amici di un “pomeriggio da cani” e cogliere l'attimo preciso di quando si accendono le luci sulla città, è segno della vita che continua, è un segno e voglio sperare il tuo, che sei arrivato, un segno che tutto continua come quando si ritorna a casa la sera, e io continuerò a raccontarti quella tua passione, come piaceva a te, iniziando da subito. Domani ho proprio voglia di rivedere quella squadra di ragazzi, ho voglia di rivedere la faccia di Delio, che spero dopo Roma abbia fatto lavoro defaticante alle mascelle, ho voglia di vedere Jo Jo, ed era tanto tempo che non avevo più tutta questa voglia. C'è profumo di talento in questa vigilia, c'è voglia di rimangiare il “riso e il Buontalenti” dal Badiani, mentre come bambini ci raccontiamo le giocate più belle, in viale dei Mille dove mille volte ci siamo incrociati la passione. Maglia Viola e giglio, i gol, Vargas che sembra sempre più quadrato, quasi un “cubo di Rubik” con le gambe e ormai un solo colore sbiadito, e Cerci così divertente che la gente non compra più neanche il “Vernacoliere”, lui che per caricarsi prima di ogni partita ascolta il rap serbo del suo idolo Boskov, con la hit “ testa di calciatore buona solo per portare cappello”, un pezzo che Fantozzi definirebbe “una cagata pazzesca”, mentre invece è diventato il ripieno appetitoso della sua avventura fiorentina, con il quale lo “Scheggi” ci riempie le schiacciatine al posto della mitica “sveglia appetito”. Kharja che s'è addormentato in treno come un pendolare che si rispetti, e che bucata la fermata è arrivato dritto in Coppa d' Africa, ora confidiamo sugli scioperi che ce lo lascino lì. Voglio rivedere Salifu, Nastasic, il nuovo spirito incarnato dal vero capitano che sempre più spesso la butta dentro, per il nostro spasso, sperando nel sorpasso di tutte le squadre là davanti, nel viaggio lungo la risalita della classifica, con i gol che non siano sempre i suoi, senza Pasqual che ricorda tanto Dario Argento, per quel metallo di chi arriva sempre secondo sulla palla, e per quel nostro terrore misto all'ansia come in “Suspiria”, che ci procura quella fascia sinistra quando gioca lui, e non basta nemmeno “Gibaud” con la sua di fascia, quella elastica per contenere i nostri dolori, i nostri sospiri, lunghi come il muso di Gilardino. Vorrei rivedere anche il fratellino di Jovetic, mandarci in delirio non solo per quell' accrocchio di vocali, ma finalmente per un talento andato a buon fine, perché “solo con una sana e inconsapevole libidine così, si salva Delio dallo stress e dall'azione cervellotica” del talentino, che si allarga invece di stringere al centro, come la pancia di Vargas, che si allarga quando va in centro il 27 di ogni mese dopo aver riscosso, a mangiare tutti e 27 i panini de “I fratellini” in via de' Cimatori. Domani incrociamo la squadra della Firenze del sud, dalla quale è stato ispirato giustappunto il film “ benvenuti al sud” della classifica, e noi per rispetto della sceneggiatura che è stata già scritta, faremo in modo di inchiodarli definitivamente laggiù in fondo a quella classifica, dopo averli battuti. Ti voglio bene.