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martedì 21 aprile 2015

Quando una squadra è forte si vede dalle Pringles

E’ una sconfitta irritante, di quelle che un tempo avremo definito “Beffa”. Oltretutto maturata al 90° tanto per non farsi mancare niente. E dalla quale era difficile anche allora ricavarne qualcosa di buono. Figuriamoci oggi che c’è Montella a colori. Forse da un punto di vista psicologico, se proprio ci rimane ancora qualcosa di psicologico da non trattare con l’ipnosi, forse in funzione del recupero di un campione per giovedì sera, il vantaggio è che questa volta non possiamo dare la colpa a Gomez. E se in campo la colpa è di Montella, sul blog non può essere che solo mia se Montella ride. Se ride invece di rifarsela come noi con il Governo, dopo quanto emerso dal campo circa il più angosciante dei contratti a tempo determinato che è la vita. E come è strana la vita! Un momento prima del rigore di Diamanti sei felice ed un attimo dopo è finito il vino. A prescindere dalla caccia al colpevole che si è scatenata come è consuetudine nei popoli dove si mangia molta carne cotta poco, con quella di ieri sera le abbiamo davvero sprecate tutte le occasioni, la Fiorentina di questa stagione, in campionato rispecchia il nostro Paese che ha un patrimonio artistico sterminato. Nel senso che lo abbiamo sterminato. Gli errori individuali del resto fanno parte del gioco, e bastava non commetterli per dare un senso diverso a questo posticipo. Per me a differenza di quanto sento in giro non è vero che è stato mollato il campionato, molto più semplicemente sono stati commessi degli errori individuali, una mancanza di precisione che non ci ha permesso di ottenere quello che era più giusto. I giocatori del resto fanno sempre la differenza, in entrambi i sensi, con le prodezze e con il loro contrario. Ad un certo punto della stagione avevo addirittura pensato che fossimo diventati grandi, purtroppo non è così e non è neanche facile capirlo mentre ci sei dentro, ci vogliono partite come queste, come succede a un figlio, cresce e lo capisci solo quando la mano non gli entra più nel tubetto delle Pringles. La Sicilia mi distrarrà, mi dispiace solo lasciarvi proprio oggi che al mondo intero preferirete il mondo parzialmente scremato. Se vi aiuta rifatevela pure con me che grazie al fatto delle distanze sempre meno distanti da San Frediano, scappo lontano (o vicino grazie all'aereo) a  digerire le sconfitte immeritate come questa. Là dove tra cannoli e arancini devo essere concentrato a digerire ben altro. E malgrado tutto ciò datemi una leva e vi solleverò una gonna. Poi considerato che i cimiteri sono pieni di padri integerrimi, di madri amorevoli e di figli devoti che viene da chiedersi dove seppelliscono gli stronzi, mi viene da chiedervi cosa vi cambia saperlo? Ormai la partita è persa, lasciatela riposare in pace, mentre davanti a noi c’è il giovedì con “Rischiatutto”. Prendo invece atto che si fa uso terapeutico delle frasi del grande Marcelo Bielsa riferite a situazioni di campo, per mettere Montella di fronte alle proprie responsabilità e per favorire il cambiamento, sposo anch’io questo modello di assegnazione delle colpe e di ricerca nel mio caso di nuove suppellettili, ed uso la frase più ricorrente che ho sentito al Salone del Mobile: "Grazie al cazzo che la gente poi va all'Ikea”, per la frustrazione che ho provato nel non aver potuto comprare neanche un vaso visto che il più economico partiva da 700 euro. Mi auguro almeno che non abbiate finito i sogni e le speranze, se invece li avete finiti davvero, potete sempre fare come la Grecia quando ha finito la liquidità. Si sta facendo aiutare dai nonni come fanno anche tutti gli italiani.