E’
mancata solo la vittoria, tanto da sostenere di aver visto un
capolavoro di squadra, questa volta rappresentata però dalla bellezza di un
busto sfregiato dagli episodi a sfavore, ma sappiamo che a Firenze c'è soprattutto il David di Michelangelo, a figura intera ed integra, che potrà rappresentarci
degnamente in un campionato dalle grandi premesse. Dopo la visione di
una squadra elegante come una stola di visone, al contrario del bel
visone rubizzo di Mazzarri che riconosce comunque le qualità di una
Fiorentina che a larghi tratti è piaciuta più del Napoli, e dopo essere
usciti da una sconfitta con la consapevolezza che la squadra sarà una
protagonista importante di questo campionato, adesso è tempo di lottare
contro il tormentone della punta centrale, un motivetto diventato già
molto orecchiabile e selezionato nel juke-box delle recriminazioni da
calciomercato, che non ci aiuta però e che è ancora più martellante delle
canzoni di Umberto Tozzi, dal quale prendiamo in prestito uno dei
180.000 “ti amo” per dedicarlo a una squadra di cui ci siamo subito
follemente innamorati. Avere un allenatore considerato un talento
dovrebbe garantire soluzioni di gioco che non trasformino quel
tormentone in alibi, perché avere dei centrocampisti di qualità serve
anche a spalmare più democraticamente il tesoretto dei gol proprio
attraverso i loro inserimenti, che poi altro non sono che la perfetta
messa in opera di un progetto di gioco. Insomma, ci sono i colpi da
fuori e anche le palle da ferme da sfruttare, e questa Fiorentina
rovesciata come un calzino avrà modo di crescere registrando i movimenti
di squadra e di conseguenza stoppare il tomenone almeno fino a gennaio,
tra l’altro JoJo segna, El Ham ha già fatto vedere di avere la stoffa, e
Toni a 35 anni non può aver perso la memoria sotto rete, se non sbaglio
ha la stessa età di Di Natale che si è dimostrato ancora molto prolifico.
Guardando il Napoli, che invece la sindrome della grande punta non ce
l’ha, non è riuscita mai a portarla al tiro pur avendo un bomber da 5
milioni netti l’anno, mentre ha vinto la partita proprio con
l’inserimento del centrocampista e il tiro da fuori. Mi preoccupa di più
la condizione di Viviano che sembra aver frequentato lo stesso
ristorante di Frey e di De Jong, sicuramente bisognoso di recuperare la
migliore condizione dopo il grave infortunio, e lo potrà fare solo
giocando, la sosta intanto aiuterà il gruppo a imparare meglio tutti i
nuovi dialetti che si parlano in campo, anche se la lingua del calcio è
universale e già molto comprensibile quando i protagonisti sono bravi
come i nostri. Montella dovrà fare l’orologiaio e lavorare sui
meccanismi di precisione visto che il lavoro grosso sembra averlo fatto
già molto bene a Moena. E’ stata una sconfitta di quelle col sorriso,
che ha incoronato una regina tra le patate, capace appunto di
palleggiare molto meglio del Napoli, l’unico che sembra averci rimesso è
stato appunto Viviano, ma forse per un eccesso di generosità solo perché si è
voluto mettere avanti con la raccolta, e alla fine quelle patate in
tasca lo hanno appesantito danneggiandolo, è comunque una squadra dalla
grande personalità che ha sorpreso addirittura Montella, oggi il purè se
lo sono mangiato i partenopei, ma toccherà molto spesso purè a noi.