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mercoledì 22 agosto 2012

Mamma Eberbatov

E’ evidente come in città esista ancora una disperata volontà di tenere in vita il mercato della notizia patacca, dove nessuno poi fa mai il mea culpa ma solo il Meo Patacca, una certa stampa che fa uso della contraffazione, non sappiamo se per  incompetenza e quindi perché raggirata dagli interessi dei procuratori che fanno scoppiare “casi” da usare come turbativa, oppure è lucida strategia che serve per utilizzare a proprio favore le paure della piazza alimentando il mercato della notizia drogata, in mezzo e ben mimetizzato c’è sempre l’accanimento terapeutico per cercare di tenere in vita il mammabeismo, con tutto il suo indotto di rosiconi, ai quali, questo ritrovato entusiasmo cancella il lavoro di anni speso ad infangare una proprietà oggi difficilmente accusabile di smobilitazione. Ed è proprio la forza e la volontà nel trattenere Jovetic davanti alle grandi offerte, che uccide forse in maniera definitiva la mamma Ebe di tutte le teorie di pontellizzazione, e quindi si cerca con la forza della disperazione di rimettere tutto quanto in dubbio, d’intorpidire le acque cercando d’interrompere una luna di miele che per qualcuno è diventata una luna di fiele. Ha già parlato in merito Andrea Della Valle, più che esaurientemente, definendo incedibile il giocatore e dichiarando inesistente il gentlemen’s agreement, tutto quanto si legge su questa vicenda che sia posteriore a quelle inequivocabili dichiarazioni, è fuffa, perché è proprio sul giocatore che la proprietà ha fondato il rilancio, si rassegnino coloro che hanno interessi diversi da quelli di fare il bene della Fiorentina, prendano atto di aver perso la battaglia e depongano le armi. Perché la Fiorentina sta facendo ancora di più, sta cercando di inserire l’ultimo grande tassello in quello che sembra essere davvero uno splendido mosaico, tassello che come per il cocomero servirà a verificare magari se Berbatov sia un po’ troppo maturo, e se su Lisandro Lopez, invece, qualcuno stia glissandro prima di sferrare l’attacco decisivo. E a proposito delle sacche di resistenza, la Bice è andata a verificarne gli ultimi focolai in città, e su questi presidi dell’antidellavallismo ha incentrato il suo resoconto fotografico, un reportage intriso di una malinconia che si taglia a fette proprio come il cocomero di cui sopra, perché quella della Bice è una dura raffigurazione di un disagio profondo, di una lotta ormai senza speranza nel tentativo di sopravvivere agli eventi contrari. La foto di copertina mostra come la Ebe stia cercando di attingere disperatamente delle risorse da dare a un movimento che non ha più ne capo e ne coda, capezzoli da strizzare per quella che ormai sembra essere diventata mammella Ebe. La seconda foto, invece, è la dimostrazione di come le cheerleaders dell’organizzazione, un tempo impiegate numerose ai margini delle grandi contestazioni antidellavalliane, valide interpreti di coreografie al grido di pezzo di merda, oggi siano praticamente in mezzo a una strada.