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venerdì 4 maggio 2012

Message in a bottle


Ed è già vigilia, già, peccato però che lo sia di una partita vera mentre noi possiamo inviare solo una squadra di bigiotteria, contraffatta probabilmente di notte a San Donnino da qualche cinese compiacente, armato dalla sindrome della plusvalenza corviniana, senza valore ne valori, perché mentre noi mostriamo la rabbia, loro ostentano la fibbia con il marchio del professionismo che brilla come una patacca. Speriamo almeno di partecipare alla meravigliosa rincorsa del Lecce non solo come spettatori, anche se sgretolati in casa, e senza la benché minima parvenza di spirito di corpo o di gruppo, ma solo con il grande groppo dei suoi tifosi e gli strizzoni per il mal di corpo dalla preoccupazione. Intanto sulla gratella c’è finito Vincenzo, che solo per la sfortunata coincidenza di quel nome, anche se compirà il miracolo di trasformare gli ammutinati del Country (Club) in un circolo di virtuosi dedito alla propria professione, non potrà mai essere considerato un Santo come invece qualche suo noto predecessore, per non correre il rischio che qualcuno degli amanti della costa toscana gli possa prenotare un ombrellone in prima fila. E Guerini sia allora, in cottura, cinque minuti per parte come da tradizione, e sarà presto cotto anche lui, su una panchina che scotta ecco pronto il primo allenatore di scottona  alto quattro dita, anzi, cinque dita di paura, quelle necessarie a rubare un punto alla tragedia, non sarà di chianina, ma crudo dentro può andar bene per come è cruda la realtà che lo consegnerà al barocco leccese, al comando di non più che di qualche brocco, e che lo trasformerà in men che non si dica in una qualsiasi Lecciso. Non vedo alba all’orizzonte per questa Fiorentina, al massimo un Albano a cantarci “ Nostalgia canaglia”, per una squadra che si presenta non più squadra, ma dilaniata, una nostalgia per quell’attaccamento alla maglia che sembra smarrito, nostalgia anche per una parte della tifoseria che lancia cori razzisti, e che nel giorno della vergogna planetaria spende tutta la sua sensibilità e l’attaccamento ai colori per  portare in trionfo un giocatore, nel giro di campo più triste a cui abbia mai dovuto assistere, perché per un po’ l’ho seguito, sbigottito, per capire, fino a quando però ho visto i riconoscenti  imboccare l’autostrada in direzione dell’Appennino. Mentre noi poveri idioti siamo rimasti qua, appena appena sopraffatti da quella tristezza nella tristezza che si avviava verso Barberino in barba ai cocci ancora da raccattare per quanto successo al Franchi contro il Novara, mentre il trenino festante dal sapore di un tipico capodanno rossonero si avviava verso Milano. Ne abbiamo viste tante in questo campionato e ci mancava solo la raccolta differenziata dell’alloro per agghindare le teste già promesse da tempo ad altri casati. Diciamo allora che tutti insieme abbiamo fatto trenta e che manca veramente poco che adesso la squadra faccia trentuno, e tutto lascia pensare, che questi mezzi  giocatori non abbiano nessuna difficoltà a portarci per intero in serie B. Infine, che il Lecce sia stato crivellato dal giudice sportivo cambia poco o niente, visto che abbiamo provveduto proprio noi con il prestito di Seferovic a disegnare un destino grottesco, adesso ci manca solo il suo gol e poi il mare a Firenze, oppure il suo gol che ci cacci in un mare di guai. Secondo Luca Calamai la vicenda Rossi alla fine permetterà alla società di ripartire veramente da zero e non da un allenatore, che sempre secondo lui, non aveva convinto affatto la stessa società, e che sarebbe stato riconfermato diciamo solo per garbo, voglio crederci e bermi questo bicchiere mezzo pieno, e visto che ripartiremo da una pagina completamente bianca, su questa pagina ci voglio scrivere “ti amo Fiorentina” e con il cuore naufrago dalla mia squadra metterlo dentro una bottiglia, certo che il mare di guai in cui siamo lo recapiterà dalle parti di Campo di Marte.