Ranieri è ormai diventato un
classico, un massimo Ranieri del calcio invece che della canzone napoletana, mi
ricorda molto Metello, il romanzo di
Vasco Pratolini, ma in particolare il film che ne fu tratto e che da ragazzetto
vidi all’Artigianelli in via de’ Serragli al cinema dei preti. Un napoletano
doppiato per dargli la cadenza fiorentina, ecco, Ranieri sarebbe così,
inopportuno, e da Metello a Militello poi, la strada è breve e racconta di
striscioni esposti per salutare la sua ultima apparizione al Franchi che non
recitavano proprio parole d’amore. E’ chiaro anche, che la società non possa
stare dietro ai mal di pancia della tifoseria, l’importante però, è che sa la
scelta cadrà su di lui, qualche buon anima vicina alla stanza dei bottoni funga
da memoria storica solo per ricordargli i rapporti non certo idilliaci che
accompagnarono il suo addio, per valutare meglio, pur riconoscendogli di essere
stato l’ultimo allenatore vincente. Metello, poi, viene da due esperienze a
grandi livelli, e invecchiare non invecchiamo solo noi, e lo dimostra il fatto
che sempre più spesso da queste parti abbiamo bisogno di consolarci con nudità
femminili, che a differenza nostra, non conoscono ancora le problematiche
legate alla forza di gravità. Metello non penso voglia ricominciare da un
progetto giovani, oltretutto da edificare sulle macerie di un falso mite, che al
contrario di un falso magro, ha buttato giù la propria reputazione invece dei
chili superflui a suon di sganassoni, e quel milord di un Metello non lo vedo
così carico di motivazioni da scoperchiare la pentola a pressione Viola, a meno
che, ADV non gli abbia promesso una squadra da traguardi importanti, ma non
ritengo realistiche nessuna di queste due condizioni, come più probabile
invece, che i media battano il ferro caldo dell’attesa di notizie, battendo
notizie di Battipaglia come bufale. Vedrei più coerente e corretta la scelta di
un Pioli o di un Montella allora, che ricalcherebbe quella della scommessa Mihailovic,
allenatori giovani e di esperienza limitata, che hanno fatto intravedere
qualcosa che ti fa sperare di ingaggiare a costi praticabili un futuro grande
allenatore. Se Zeman non è proprio possibile perché fa paura come l’uomo nero,
Metello, pur riconoscendogli i galloni del gran professionista, e stimandolo, fa
ancora più paura, perché lui non solo non accende, ma verrebbe a Firenze come Maramaldo
sui monti pistoiesi nel famoso scontro di Gavinana tanto caro a Renzi, e
sarebbe il tifoso questa volta, e non il Ferruzzi al servizio della Repubblica
di Firenze, a gridargli “vile, tu uccidi un tifoso morto”. Non scherziamo, anzi
non maramaldeggiamo sul tifoso troppo debole dopo essersi sfinito in un
campionato molto più duro della battaglia di Gavinana, perché dopo Oriali,
Metello sa tanto di invito ad andare in biblioteca quando l’esigenza è quella
di trasformare lo stadio in un grande lupanare, abbiamo bisogno di divertirci,
di fare bordello insomma, e queste figure sono talmente compassate che dopo
essersi scambiati il segno della pace c’è bisogno dell’aspirapolvere. Si,
vogliamo un lupanare e non un lupacchiotto come Metello, triste e di
Trastevere, che non è nemmeno una pittura murale erotica, rimane un graffito di
allenatore che sarebbe come l’eruzione del Vesuvio, si, sarebbe la nostra
Pompei. Se arriverà davvero Metello, allora sull’abbonamento dovrà essere stampato
obbligatoriamente uno dei graffiti trovati sulle pareti dei bordelli a Pompei “
Hinc ego nun futui formosam puellam
laudatam a multi, sed lutus intus erat” che tradotto “ Qui ho appena
fottuto una formosa fanciulla lodata da molti, ma dentro era fangosa”. In
sintesi, la Fiorentina sarebbe fottuta dentro ad un’altra stagione fangosa,
meglio quindi che tutto questo sia una bella bufala, anche di quelle blu, è
sempre preferibile che preparare il terreno molliccio dove lasciare l’impronta di
un ennesimo campionato melmoso, sennò, invece di guardare la Fiorentina, sarà
meglio la domenica andare in giro con una Escort, con una Ford naturalmente.