Poca Fiorentina, troppo poco 30 minuti per poi darsi in pasto alle ripartenze. La prima sconfitta meritata della stagione coincide con la peggior partita di Borja Valero da quando è a Firenze, con tanta presunzione naufragata in un secondo tempo fatto d’impotenza farraginosa. Neto tiene in piedi la baracca, i cambi sono trasparenti come l’aria, la squadra si affloscia come un soufflé fatto male. Occasione enorme buttata, ma anche episodio, si, ci può stare. La sosta non aiuta invece di farlo, le nazionali spremono, il percorso della grande squadra non è ancora terminato, e rimettere insieme tutti questi tasselli non è stato compito al quale Montella ha saputo rispondere con efficacia. Udine non è certo terra di conquista facile, ma la prima mezz’ora ci aveva mostrato la Fiorentina che abbiamo in testa, quella che avrebbe potuto facilmente gestire l’ennesima vittoria esterna se solo avesse saputo mettere a frutto quella sua superiorità, se si fosse specchiata di meno e avesse trovato il vantaggio, avrebbe messo la partita su un piano ideale, quello che invece ha saputo fare immeritatamene in quel momento l’Udinese, e su quello ha costruito la vittoria, alla fine meritatamente. Vedendo quei 30 minuti e ripensando alla Fiorentina delle altre partite mi viene in mente la ghiaia, perché la ghiaia è per sempre, ecco, ci vorrebbe una squadra fatta di ghiaia per avere più affidabilità di aspettative, la Fiorentina dovrebbe dare garanzie come lo fa bene proprio un vialetto di ghiaia. Lo dico con cognizione di causa perché il mio ottimismo è costruito con la ghiaia, del resto è meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che essere pessimisti ed avere ragione. Ripartiremo subito, un episodio, una sconfitta di cui Vincenzo Montella ha firmato soggetto e sceneggiatura con una “X”. Finalmente ho inveito contro Borja Valero, non era possibile, non era umano un giocatore che non sbaglia mai una partita, così mi sento meno inferiore e affronto la settimana con il piglio giusto, la delusione è passata, è durata l’attimo che mi sono sentito come un laureato in medicina ancora in erba, un erbivoro che ha fatto una scoperta di enorme importanza, a tutti gli anziani con la pressione alta gli gira la testa, mentre a quelli con la pensione bassa gli girano le palle. Poi è passato tutto, del resto abbiamo aspettato tanto, non sarà certo una settimana in più a impedirci di sognare, di credere che questa è la squadra giusta, Firenze non è Reggo Calabria dove un sogno suicida che si sdraia sui binari per andare a trovare l’asticella di Montolivo a Milano, muore con nove ore di ritardo. Ho la consapevolezza che siamo una grande squadra, a prescindere dalla sconfitta meritata di Udine, con la speranza anche un po’ infantile che ci possa servire da lezione, questa Fiorentina ci regalerà qualcosa, lo sento, anzi vorrei diramare un comunicato Ansia, che per qualche verso può sembrare anche un Comunicato dell’Unione Stitici italiani, che non è calma e gesso ma “Chi non la fa l’aspetti”. La Fiorentina.