Il
mondo ha fatto tredici anche contro lo scetticismo presente nelle quote
dei Maya, con nostra piena soddisfazione che siamo proiettati con il
cuore verso il terzo scudetto Viola dopo Cristo. Qualche avanzo ci
toccherà per forza, Massimo Mauro, la maglia della Juve, stadi
inospitali vuoti e gli ospedali invece purtroppo sempre pieni. Il primo
allenamento dell’anno che ci porterà verso una Befana che non potrà
essere più brutta di Delio Rossi, con qualche botto conservato per
spararlo da questa finestra di mercato, insomma, per fare tredici. Per
chiudere il girone d’andata con la febbre a trentotto. Lungi da noi la
Tachipirina e poi la tachicardia per il ritorno nell’ Europa che conta,
tra musichette dei Queen e vetrine adeguate ad una squadra regina che
pratica un gioco riconosciuto persino a Strasburgo. Dal refettorio più
povero degli ultimi anni fino al Parlamento europeo passando dal
parlatorio di mille pontellizzazioni, dalla grande meteorite di Moena
che ha estinto le pernici, fino agli studi copernicani dello staff di
Montella che propone la manovra con palla a terra e solo piedi buoni al
centro del sistema calcio, e non più lancione e fisicità al centro di un
sistema ormai superato. Un duemilatredici che vedrà finalmente sudare
anche Della Valle, come un qualsiasi Fantozzi dall’ascella pezzata,
agitarsi come un caffé shakerato davanti all’emozione della vittoria,
meno compostezza di cachemire e più passione popolare, il ritorno di
Diego, come purtroppo direttamente dal museo delle cere anche quello di
Berlusconi. Altri grandi giocatori lasceranno il nostro campionato
impoverito ormai come l’uranio utilizzato in campo militare, un
campionato che sembra diventato lo scarto di lavorazione di certi altri,
dove rifulge però come una pietra preziosa proprio la Fiorentina che
pur non giocando in Europa ne è già una delle più apprezzate. Dopo i
vari tagli del governo, del calcio con l’autofinanziamento, dopo il
regalo dell’Imu da una parte, e Borja Valero dall’altro, tutto per
compensare proprio quei tagli, adesso c’è rimasto da tagliare il debito
pubblico e soprattutto quello sentimentale contratto dalla società Viola
nei confronti dei suoi tifosi. Potrebbe essere il tredici l’anno buono
per risarcire la nostra passione con il terzo scudetto.