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venerdì 27 luglio 2012

Viviaticano

Nel mondo del calcio dove le teste di cazzo saltellano come cavallette divorando intere piantagioni di tifo, e in special modo a Firenze dove addirittura volano di Fiore in Fiore, quella volontà di Viviano di indossare la maglia Viola è di una rarità che ha il sapore antico di un calcio libero dal potere dei procuratori, con il libero ultimo baluardo difensivo e le maglie dall’uno all’undici. Il nuovo portierone Viola ha lottato come un leone, “uno di noi” che davanti ai soldi ha messo la volontà di coronare un sogno, quello che non si può certo dire una tendenza nel movimento globale del calcio di oggi, tra giocatori che pur di guadagnare di più vanno a giocare anche in Tibet, un tempo stato vassallo dell’Impero Mongolo, Vassallo è vero, ma anche un campionato poco credibile perché pieno di Valvassini e dove gioca ancora il sessantenne Giovanni Valvassori. Ci riempie di orgoglio questa sua scelta che ci auguriamo sia anche un efficace antibatterico da dare dentro lo spogliatoio come fosse il ramato, per renderlo cioè il più inospitale possibile alla proliferazione del virus dell’ammutinamento che ultimamente l’aveva infestato, ma non solo toccasana fuori dal campo, visto che prima dell’infortunio Viviano era considerato l’erede di Buffon. Speriamo che questo serva quindi a riportare anche l’entusiasmo nel deserto dei tifosi col tartaro sulla passione, perché la squadra che sta nascendo è figlia di buone idee e di gente finalmente motivata, e sono convinto che alla fine sarà una squadra profondamente nuova e divertente, che permetterà anche ai più rachitici, quelli cioè che hanno zone di calcificazione provvisoria dell’entusiasmo, di ritirare in fuori quel petto di pernice che ultimamente avevano posizionato pieno di segatura poco sopra il caminetto, utilizzato in questi anni per farci la Fiorentina alla brace. Ben arrivato anche a Della Rocca e al talentuoso Fernandez, e mentre Viviano dovrà dimostrare anche di meritarla quella maglia, la Bice ha voluto sottolineare l’importanza che questa operazione avrà non solo dal punto di vista tecnico, oggi si è voluta mettere professionalmente a nudo davanti a quel gesto che purifica l’anima del tifo e lo libera un po’ dall’eterno demone del malcontento, con la foto di copertina ha voluto rappresentare il significato della sacralità di quella scelta di fronte agli atei dell’attaccamento alla maglia, ed è così che la regina di Moena ha voluto immolarsi sull’altare dell’informazione nuda e cruda, con classe invece che in conclave, alla fine della sessione di allenamento e non dopo la sessione di scrutini, dando enfasi a quel segnale tanto atteso. Invece delle schede di scrutinio e la paglia umida, per bruciare sono state utilizzati gli appunti di Montella e l’imbottitura delle pernici di Dantone, ma quello che conta è che la Bice in tutto il suo neorealismo, al termine di una giornata ancora convulsa ci ha annunciato la tanto attesa fumata bianca.