.

.

domenica 29 luglio 2012

La Specola di patate

Finita la prima fase, il circo mediatico ha smontato le tende, e Fassa che Fassa la valle buona, speriamo che la brutta faccia di questo ritiro non faccia più ritorno, che non sia tornante insomma come invece ce ne sono molti, che lo alzi quanto gli pare, ma che non affronti più le curve a gomito che portano a Moena. Un primo bilancio positivo lo possiamo fare in attesa di una settimana che a detta di ADV sarà importante sotto il profilo dei nuovi arrivi, al ritrovato entusiasmo manca all’appello solo il ritrovamento delle pernici, mentre mi sono lasciato irretire dalle dodici ore di programmazione televisiva, e oggi sono riverso non solo sul divano, ma quasi totalmente in quel clima olimpico che toglie alla famiglia il battuto di odori finemente tritato, la base di un sugo alla contadina promesso e non mantenuto, e macerato nei sensi di colpa mi fa un po’strano parlare di una cosa che non c’è come la Fiorentina, mentre a Londra ci sono tante cose che ci sono, e allora lasciamo per un attimo la Viola, la Rita a fare il sugo, e mentre mi ammazzo di Olimpiadi, voglio dare spazio alla Bice che invece a Moena c’è rimasta per chiudere un’inchiesta sui comportamenti anomali che hanno sottratto animali alla vallata. Stiamo parlando di Vargas che ha mostrato fin da subito un certo nervosismo, e che la Bice ha monitorato seguendolo nei momenti liberi, per capire, senza per questo voler invadere la sua vita privata, ma per cercare di scoprire cosa nascondesse quella sua irrequietezza, e dopo la notte delle pernici, la nostra inviata ha capito di essere finalmente sulla strada giusta. Vargas è un giocatore che si è perso negli ultimi anni, dapprima lasciando molliche di pane per ritrovare la strada, uno stratagemma infantile che ha ingrassato solo i piccioni, e poi disseminando i suoi percorsi fiorentini di bottiglie di birra che l’hanno suonato come una campana, e costretto poi qualcun’altro a buttarle nella campana della raccolta del vetro. E mentre la Fiorentina perdeva un capitale, lui ha capito di non avere più mercato, perché a fronte di zero richieste dal calciomercato, una è arrivata, strana, ma comunque concreta, e da lì sono iniziati i dolori del giovane Wargas, ricostruiti attraverso il fiuto della Bice. In poche parole Vargas oggi è considerato un giocatore svuotato, un quasi estinto da riempire di paglia e da mostrare alle scolaresche, ed è così che in società è giunta l’offerta del Museo della Specola, che è una delle sezioni del Museo di Storia Naturale di Firenze, quella zoologica, che accoglierà quindi anche l’esemplare andino opportunamente impagliato. La scrupolosa Bice ha capito le difficoltà di un uomo conscio di un prossimo futuro fatto di staticità, quasi come quella di una guardia giurata davanti a una banca, un mondo quello degli impagliati che non lascia spazio neanche alle dinamiche della fantasia, e così ha cercato di rifarsi una vita, e da subito di crearsi una nuova cerchia di amici che poi lo raggiungessero in via Romana, prima le pernici, e poi seguendolo, la Bice ha scoperto i segreti della malga affittata da un prestanome, dove la sera manteneva relazioni anche sessuali con i suoi nuovi amici, e la Bice, che è cronista vera, ci mostra quella realtà nuda e cruda.