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domenica 18 dicembre 2011

Di qua dalla crisi e Diladdarno.

L'inverno è arrivato Firenze insieme all'Arno, poi si è preso la briga di deviare fino al Franchi, dove si è accomodato in uno stadio sottovuoto spinto da una passione rimasta incagliata forse sotto il Ponte alla Carraia. Ed è stata quasi subito notte fonda. Perché dopo il ritorno al gol del gigante dai piedi di Argillardino, e mentre insieme all'Arno scorre ancora un po' di fiorentinità, lungo la schiena dei tifosi scorre invece un brivido di freddo al gol di Denis. Davvero un gran bell'acquisto dell'Atalanta questo, che in più ha un nome adatto anche ad una fiction di successo, anche se la crisi Viola è una realtà purtroppo e non una finzione, e che sembra davvero mandare a Gamberini all'aria anche il tesoretto portato in dote da Delio Rossi. Perché anche lui sembra un po' distratto, come se fosse rimasto incagliato al Ponte alla Carraia insieme alla passione dei fiorentini, un ponte che per portarci Diladdarno mostra la sua schizzinosa architettura per non bagnarsi i piedi. Quel Delio dicevamo, che da grande masticatore qual'è, e non essendo proprio a Brooklyn, sembra aver trovato qualche difficoltà a reperire una buona gomma del ponte. Jovetic alla fine ha salvato il mio risotto al Castelmagno, basterà aumentare un cucchiaino di miele per addolcire una domenica che l'Atalanta ha profumato di bergamotto, e una bottiglia di Barbaresco per non farsi troppe domande. Magari me lo spiegheranno gli amici perché in una fredda serata di dicembre c'è chi gioca con la maglia a maniche corte e si mette il sotto maglia, chi invece gioca con la maglia a maniche corte e si mette i guanti, ma non sarebbe più semplice mettersi una maglia a maniche lunghe e giocare a calcio? Perché dopo Siena potrebbero aprirsi le porte per arruolarsi nell' Esercito della Salvezza.